Il Molise esiste e in bici è una magia. Cerro al Volturno, Pizzone fin su al passo di San Francesco dove qualche volta è passato il Giro,  il triathlon dei Sanniti e quello degli Orsi ed ora passa un’auto ogni mezz’ora. Strade silenziose, zitte, dove Molise e Abruzzo sono terra di confine e dove pedalare è davvero uno sport che ti rimette in pace con l’anima. Poi Alfedena, Barrea e poi di nuovo indietro verso Rionero ed Acquaviva a capofitto dai tornanti del Macerone.  In una mattinata feriale  le due ruote sono solo quelle delle bici. Tranquille e silenziose come queste montagne del parco d’Abruzzo che da qualche anno si è allargato anche a Lazio e Molise. Non si sente un rumore, solo lo scrocchiare dei copertoni sulla breccia dell’asfalto.   Zona di orsi, di cervi e di lupi con il marchio della Marsica, un posto che conosce fortunatamente un turismo discreto. La strada è lunga ma non è solo discesa ma un su e giù continuo che taglia le gambe. Quattro ore di di fatica vera. Ti giri dai un’occhiata alle spalle e, soddisfatto, guardi le montagne.  I passi sono lassù che ti osservano in silenzio. Come solo le montagne di queste parti sanno fare. Il resto è una piccola magia che  ti riporti a casa pedalando “fuori dalle rotte” come si dice in questi casi e non so se aggiungere per fortuna o per sfortuna perchè poi il turismo porta benessere ma toglie pace e tranquillità. Ma un prezzo da pagare c’è sempre. Certo è che, da Rionero Sannitico a Isernia, daBoiano  a  Campitello, dalle  Mainarde al  Matese questa è terra di grandi montagne, grandi freddi e  grand i silenzi. E’ terra  di storia con il teatro  romanico  Pietrabbondante,  con gli scavi archeologici di Sepino, con quelli sannitici di Castel San Vincenzo. E’ terra di laghi e castelli in molti suoi angoli dimenticata. E terra che non sa essere ruffiana, che applaude e sorride a chi pedala. Non c’è  traffico, non c’è rumore, non c’è pericolo. E soprattutto su molte strade per chilometri e chilometri non si incontra anima viva. Uno spazio quasi incantato tutto per te. E allora mi viene in mente la teoria dei topini raccontata nei test di psicologia. Se in una scatola c’è un topino solo non ci sono problemi. Se ce ne sono due si adeguano. Se diventano tre prima litigano poi in qualche modo si dividono gli spazi. Se sono quattro, cinque, sei, troppi  qualcuno viene ucciso…Ed è per questo che l’aggressività è una delle caratteristiche di chi abita le grandi città. Correndo e pedalando da queste parti la “scatola” è tutta per te. Ed è bellissima. E mentre la bici va è come se la tua dinamo biologica ricaricasse anche la tua mente.