Seregni: “Che gioia la vittoria mondiale: ora il triathlon dei Giochi”
E l’alba cinese diventa dolcissima. Vincono le ragazze italiane nella World triathlon cup a Weihai sulla distanza olimpica: 1,5 km a nuoto, 40 km in bici e 10 di corsa. Gradino più alto per Bianca Seregni, seguita da Ilaria Zane che completa un podio in cui si inserisce in seconda posizione l’austriaca Lisa Perterer. Ci voleva. Ci voleva per tanti motivi, perchè una vittoria mondiale è sempre un traguardo di prestigio assoluto, perchè Parigi è alle porte e questa è una bella iniezione di fiducia per tutto il gruppo che arriva dopo risultati non brillanti e perchè dà morale all’atleta azzurra delle Fiamme Oro-DDS/7MP che ha dovuto fare i conti con un infortunio che rischiava di farle perdere un po’ la strada. La Seregni, 23 anni di Sesto san Giovanni, studentessa di psicologia è arrivata al triathlon sette anni fa dopo una lunga esperienza nel nuoto agonistico in cui ha vinto tre Europei da junior. Fa parte stabilmente ormai del progetto azzurro per i Giochi di Parigi del prossimo anno, centra così la sua prima vittoria di Coppa del Mondo dopo l’argento di Karlovy Vary e il bronzo di Huatulco nel 2022 e l’argento sempre a Karlovy Vary nel 2021.
Come ci si sente dopo la prima vittoria mondiale?
«Posso dire di essere contenta, felice e molto soddisfatta di me. Il picco delle gioia è stato subito dopo aver tagliato il traguardo ma devo dire che questa volta mi sto godendo la vittoria anche dopo». (…)
Quando ha capito che avrebbe potuto farcela?
«Il triathlon é uno sport difficile. Nuoto, bici, corsa: fino all’ultimo non sai mai cosa può succedere. Diciamo che durante la corsa quando ho cominciato a prendere un po’ di margine sulle mie avversarie ho capito che avrei potuto giocare le mie carte»
Lei fa triathlon da sette anni, come ci è arrivata?
Dal nuoto che ho lasciato perchè ad un certo momento avevo bisogno di più libertà che non riuscivo a trovare nell’ ambiente chiuso delle piscine. É stata la scelta giusta ora mi sento molto fortunata perchè sono riuscita a far diventare un lavoro la mia grande passione»
Oltre alla vittoria cosa riporta a casa dalla trasferta cinese?
«É stata un’ esperienza importante dal punto di vista sportivo ma anche personale. E un Paese con usi e cultura lontanissimo dal nostro. Cambia un po’ tutto, spesso è complicato farsi capire perchè non tutti parlano inglese, il cibo è completamente diverso dal nostro e da quello dei Paesi europei e, per atleti che devono gareggiare, serve un po’ di adattamento».
Le sconfitte insegnano sempre qualcosa e le vittorie?
«Anche le vittorie insegnano. Vincere a qualsiasi livello e soprattutto in gare di coppa del Mondo non é mai facile. Serve metterci la testa e le vittorie insegnano a credere in se stessi».
Veniva da un infortunio e da un periodo complicato: di cosa ha fatto tesoro quando le cose non andavano bene?
«Non è stato un periodo facile. Ho sempre cercato di guardare avanti e di non focalizzarmi troppo sulle cose negative, ho cercato sempre di essere propositiva».
Nuoto, bici e corsa: questa vittoria che paure cancella?
«Spazza via un po’ di cattivi pensieri che a volte mi girano nella testa, porta via un po’ di dubbi e mi dà più sicurezza. Mi ha fatto capire che se voglio, posso farcela».
Dove pensa di dover migliorare ancora?
«Penso che il percorso sia ancora lungo ma ci vuole calma per rinforzare l’esperienza, il fisico e la testa. Credo di dovermi costruire ancora una solidità generale, la capacità di adattarmi meglio quando mi si presenta un imprevisto e di dover lavorare tanto sulla tecnica e sulla gestione della frazione di bici».
L’obbiettivo è strappare un biglietto per i Giochi Parigi 2024, il suo sogno: ora lo sente un po’ più vicino?
«Sento che é fattibile e che lavorando possiamo farcela>
Vincere aiuta a vincere si dice: quali sono le prossime sfide?
«Tra due settimane sarò a KarlovyVary per un’altra World Cup, poi a fine settembre a Pontevedra per la Grand Final Elite>
Deve ringraziare qualcuno in particolare?
«Sì. Vorrei ringraziare tutte quelle persone che mi stanno vicine veramente, che credono in me e mi supportano sia quando le cose vanno bene ma soprattutto quando vanno male… Quindi tutto il mio staff, il mio coach, la mia famiglia,i miei compagni di allenamento…»