Tremila e ottocento metri a nuoto, nelle gelide acque del lago, 195 chilometri in bicicletta con un dislivello da 5mila metri e infine una intera maratona con 3mila metri di sali e scendi, con arrivo al Carosello 3000. È tutto pronto per  “Icon Livigno Xtreme Triathlon” che si corre domani. E’ un nuovo capitolo di quel “romanzo” infinito  che già sono tutte le gare full distance. Più lungo, più difficile, più duro e più estremo. Più tutto. Che per molti è “troppo”, per tanti altri no. Dal Norseman al Celtaman la sfida ormai sembra  quella di alzare un po’ di più un’asticella che già di suo è a misure da brivido e fa parte del Xtri World Tour, il circuito che racchiude le gare più estreme del mondo – dal Nepal alla Norvegia, da Taiwan al Brasile. Si parte all’’alba e al via  sono attesi anche i padroni di casa Mateo Bormolini e  Giulio Molinari, atleta del Livigno Team, vincitore per ben due volte di Icon. Un percorso di una durezza pressoché unica al mondo che nasce da un’idea che all’inizio sembrava folle perchè è chiaro che l’Icon non è solo una gara lunga. Per tanti motivi. Per ciò che è ma soprattutto per dove è perchè Livigno e la Valtellina sono terre di sport che ci mette un amen a diventare estremo. Che forse c’entra anche poco con il triathlon. E’ più un’avventura, un viaggio un viaggio dove la sfida non è contro tanto con gli avversari. Dove si nuota più in alto, si pedala sui passi più alti e dove l’arrivo è il più alto al mondo, dove cambiano un po’ anche le regole perchè non si potrà correre da soli, servirà un’assistenza al seguito che darà supporto tecnico e un aiuto quando tutto diventerà più complicato. Ma soprattutto, quando ragione e sicurezza dovranno aver la meglio sulla testardaggine.  Ci si tuffa quando ancora è buio perchè alle 5 del mattino  sulle rive del  lago San Gallo la luce è quella che è. E anche la temperatura dell’acqua è quella che è…. . Poi la bici. Si esce da Livigno in direzione del passo della Forcola (2315m); da qui si entra in Svizzera per affrontare il passo del Bernina (2323) e si scende verso Saint Moritz e l’Engadina, proseguendo fino a Zernez. Sarà poi la volta della scalata al Fuorn (2149m), da cui inizierà la lunga discesa in Val Mustair per il rientro in Italia. Arrivati a Prato allo Stelvio sarà la volta degli epici 48 tornanti del Passo dello Stelvio  dai quali si scenderà fino a Bormio per affrontare l’ultima grande fatica con il Passo Foscagno (2291m).  Infine la maratona.  Che all’inizio un po’ scende, ma è solo un piccolo sollievo, un’illusione che dura poco perchè  poi sale. Sale tantissimo con 1100 m di dislivello che portano all’arrivo di  Carosello 3000, un muro da scalare, dove non si corre, dove la gara è un altra, dove vincono tutti quelli che arrivano. Non sarà facile. Ma il bello è proprio quello…