Disabilità: quando nuotare fa rima con donare
Un giorno e una notte di nuoto. Ventiquattr’ore in vasca con sei squadre che, a staffetta, si divideranno la fatica e la gloria anche se, vincano ovviamente i migliori, non conta chi vincerà. L’obbiettivo finale di «Nuota Donando», la sfida organizzata il 18 e il 19 novembre nella piscina comunale di Cantù dalla Società Briantea 84 che da quasi 40 anni si impegna sul campo per avvicinare allo sport bimbi e giovani con disabilità è raccogliere fondi. Una lunga nuotata che segue il successo della prima edizione dell’anno scorso: «É stata un successo con un’ottima partecipazione- racconta il presidente di Briantea Toni Tomaselli– In piscina si sono presentati in tanti e soprattutto ragazzi, molti venuti a nuotare di notte al rientro delle loro serate…».
Dalle 14 alle 14 per una raccolta fondi che permetterà di donare direttamente in piscina durante l’evento ma anche on line e che per ogni 10 euro ricevuti regalerà 100 metri di vantaggio alla squadra che riceve. «Tutto ciò servirà a finanziare il nuoto della nostra società ma anche tutte le attività sportive che sosteniamo con le nostre squadre – spiega Tomaselli- Sfide che ci vedono impegnati anche in diversi campionati ma che servono soprattutto a promuovere lo sport per i giovani disabili, pratica che oltre a includere, a farli diventare protagonisti e più indipendenti fa del bene anche alle loro famiglie». Gare, campionati, trasferte, allenamenti, la Briantea84 è nata nel 1984 a Cantù nel segno del basket in carrozzina grazie alla passione di Alfredo Marson che per quasi quarant’anni ne ha guidato il sogno sportivo e sociale, fino alla sua scomparsa avvenuta ad agosto 2022. Oggi coinvolge oltre 250 atleti dagli 8 anni fino ai 50 in cinque aree paralimpiche: basket in carrozzina (atleti con disabilità fisica), nuoto (atleti con disabilità fisica e intellettivo-relazionale), calcio (atleti con disabilità intellettivo-relazionale), pallacanestro (atleti con disabilità intellettivo-relazionale) e atletica (atleti con disabilità intellettivo-relazionale). Una crescita costante che ha coinvolto il territorio, le aziende grandi e piccole, uno staff di un centinaio di persone e volontari formati nei corsi Uisp a seconda dei ruoli che hanno scelto di sposare la missione di questa una società. Un impegno quotidiano che negli ultimi anni è arrivato anche nelle scuole elementari e superiori di cinque province lombarde ( Varese, Lecco, Monza Brianza, Como e Milano) dove Briantea svolge incontri per spiegare ai giovani la potenza inclusiva dello sport e del «tifo positivo». Un «seme» che serve a far crescere la speranza e anche uno sport paralimpico che prova a farsi largo in un Paese che paga purtroppo ancora un «dazio» pesante in termini di strutture spesso non attrezzate e quasi sempre vetuste. Quarant’anni di Briantea sono una lungo viaggio di buona volontà, di tenacia e di solidarietà. Un’idea che ha preso corpo e che a febbraio diventerà un docu-film che racconterà tutta questa bella storia: «Dico un’ovvietà- spiega Tomaselli- Ma ogni giorno noi tocchiamo con mano quanto sia bello prodigarsi p</CW><CW9>er gli altri. La conferma sono i sorrisi e il buon umore che lo sport regala a questi ragazzi…»