Mettere i “Cervelli al sicuro” dopo la morte di Luca travolto in bici
Mettere i “Cervelli al sicuro”, permettere loro di studiare, muoversi, pedalare, divertirsi…Permettere ai ragazzi di crescere. Parte domattina a Milano dal Liceo Einstein, la scuola davanti alla quale un anno fa venne investito da un tram e morì lo studente Luca Marengoni, il progetto curato dalla Fondazione Michele Scarponi che porta nelle aule i temi della mobilità nella speranza che possa nascere una cultura della sicurezza condivisa. “Cervelli al sicuro” è il titolo dato al progetto dagli stessi studenti del Liceo Einstein ed è in buona sostanza una declinazione di quel “La strada è di tutti” che da anni ormai è diventato il mantra e la battaglia della Fondazione guidata dal fratello del campione marchigiano Marco Scarponi. Sicurezza stradale, sostenibilità, modelli culturali legati al mito dell’automobile, la difficile convivenza sulle strade, gli aspetti economici e progettuali faranno parte di una serie di incontri e di una riflessione educativa sulla mobilità e si spera possano diventare un’ opportunità per far nascere una mentalità orientata al rispetto e alla tolleranza alla condivisione di spazi da vivere insieme. «Crediamo che sulla strada non ci siano automobilisti, ciclisti, camionisti, motociclisti, ma ci siano soprattutto le persone- spiegano alla Fondazione Scarponi- Mamme, papà, figli, zii, nonne, cugini, fratelli e sorelle, ognuno di noi, sulla strada, deve pensare che l’altro fa parte di una società, di un gruppo, di una comunità. Non siamo cose, siamo persone, sogni, tatto, fiato, emozioni, futuro. La strada non deve essere un luogo pericoloso, ma di condivisione, di pace. Questo è quello che cerchiamo di trasmettere con il Progetto Scuola e gli incontri che faremo al Liceo Einstein». Il progetto, attivato su iniziativa di Upcycle Milano Bike Café, ha così raccolto l’invito del sindaco Beppe Sala affinché anche i privati facessero la loro parte sul grande tema collettivo della sicurezza stradale in città, ed è sostenuto, anche economicamente, dal Municipio 4 di Milano: “Riteniamo fondamentale promuovere nelle nuove generazioni l’adozione di comportamenti consapevoli e attenti alla sicurezza stradale- spiegano dal Municipio- Con questa iniziativa vogliamo che i giovani siano a tutti gli effetti i protagonisti di un percorso didattico di acquisizione di competenze per osservare le strade della nostra città, capirne le criticità e immaginarle come spazio comune per tutti”. Sullo sfondo resta un bici bianca, una bici fantasma. Una bici che ricorda che lo scorso 8 novembre in via Tito Livio un ragazzo di 14 anni è rimasto sulla strada e che sono tanti, tantissimi, i ragazzi che ogni giorno pedalano sulle strade della città: “Molti di noi vengono a scuola in bici da diverse zone di Milanoà- raccontano gli studenti dell’Einstein-. Dopo ciò che è successo a Luca ci siamo attivati per per proporre un ripensamento della mobilità intorno alla scuola. La partecipazione a questo progetto che abbiamo chiamato “Cervelli sicuri”, è un primo passo per la sensibilizzare studenti e genitori sul tema della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile”