Atleti, bamboccioni e genitori (da tenere alla larga)
Atleti o bamboccioni? Si comincia da piccoli a chiarire le cose. Domanda: a che età un bimbo va lasciato solo in uno spogliatoio? Risposta: subito. A cinque o sei anni un “pistolino” è perfettamente in grado di cavarsela da sè e pazienza se esce con una calza sì e l’altra no, con i capelli un po’ bagnati o la canottiera messa al contrario. E invece basta fare un salto in un qualsiasi spogliatoio di questo Paese per capire quanti danni facciano mamme e papà tanto servizievoli, tanto premurosi, tanto ( troppo) apprensivi. Seconda domanda: a che età un bimbo che fa sport deve essere in grado di farsi la borsa? Risposta: subito. La borsa di un atleta è sacra. Non c’è mamma, papà, nonna zia o sorella che ci debba mettere naso e mano. Dentro alla sacca ci deve finire tutto l’indispensabile per un allenamento o per una gara. E fin da piccoli i bimbi devono capire che quella è una loro “responsabilità” e che se dimenticano scarpe, costume, pantaloncini o maglietta è solo peggio per loro. Non devono avere alibi, non devono pensare che se arrivano in campo senza scarpe o in piscina senza costume la colpa sia di “mammà” che avrebbe dovuto pensarci. E a dirla tutta così poi imparano anche a non scordarsi le cose che male non fa. Terza domanda: a che età un bimbo deve imparare che un allenamento non si salta anche se fa freddo, anche se piove, anche se c’è il nebbione? Risposta: subito. Nonostante l’apparente fragilità i “pistolini” sono molto resistenti. Si ammalano più a stare in casa davanti alla tv che non allenandosi all’aria aperta. Ma il fatto di non saltare gli allenamenti li aiuta anche a capire che se uno prende un impegno lo mantiene. E non ci sono scuse. Quarta e ultima domanda ma ce ne sarebbero anche altre. Lo studio, i compiti, gli impegni in genere sono un buon motivo per abband0nare lo sport? Risposta: assolutamente no. Lo sport , gli allenamenti, l’agonismo sono il complemento ideale per la scuola e lo studio. Insegnano che non ci sono scorciatoie e che la fatica paga: se uno si allena ( studia) farà una bella gara ( prenderà un buon voto). E comqunque chi si ammazza di studio ( e al liceo capita) non vede l’ora poi di mettersi un paio di scapre da calcio o da running, di salire su una bici o di andare in palestra per tirare a canestro. Una cosa non esclude l’altra, anzi, crea il giusto equilibrio. Ciò detto non è che un bimbo che fa sport debba obbligatoriamente diventare un atleta o un campione, ci mancherebbe. L’importante è che crescano sani e si divertano. Però un po’ di sana disciplina aiuta quantomeno a crescere. Con tanti bei saluti agli operatori del Telefono azzurro