“Ricomincio da tre” come diceva Massimo Troisi. Dal Canottaggio al triathlon, dall’ oro olimpico di Tokyo alla vittoria nel super sprint del DeejayTri sulle sponde dell’Idroscalo a Milano che ovviamente non è la stessa cosa, che forse è solo uno “sfizio”, che magari è un nuovo inizio. Valentina Rodini, 29 anni cremonese, una delle azzurre di punta del nostro canottaggio porta a casa una vittoria in questo suo personale battesimo nel mondo del triathlon. “Ho deciso di partecipare per caso al Super Sprint – racconta – E non mi aspettavo certamente di vincere. L’idea è nata parlando con una mio compagno di nazionale che da qualche tempo dal canottaggio è passato al triathlon con il team Stradivari”. Detto fatto, in una settimana si è trovata al via sul pontone dell’Idroscalo e poi in bici e di corsa sulle sponde dell’ex pista di atterraggio per gli idrovolanti. “Anche nell’allenamento per il canottaggio approcciamo di massima queste tre discipline- racconta la bici è la mia preferita, sulla corsa devo molto lavorare come, soprattutto, sulle transizioni. Mi sono molto divertita ed è bellissimo il contatto con il pubblico. Voglio vivermi questa nuova avventura, vediamo come andrà…”. Dal canottaggio al triathlon magari anche solo per prendersi una pausa visto che non ci sono i Giochi di Parigi all’orizzonte per l’azzurra che, tre anni fa nell’edizione posticipata dei Giochi giapponesi, salì sul gradino più alto del podio nel doppio pesi leggeri con Federica Cesarini. Non c’è Parigi perchè la qualificazioni di Lucerna, un paio di settimane fa, non sono andate come si sperava e quindi, senza far drammi, si guarda avanti e forse altrove. All’Idroscalo  con la casacca del Triathlon Cremona Stradivari ha chiuso la pratica in 35minuti e sei secondi davanti a Eugenia Introini del TapaTriathlon team e a Giulia Vaccari della Dds. Finisce qui oppure comincia, sarà il tempo a dirlo. “La gara di Lucerna è stata una bella botta- raccontava pochi giorni fa la Rodini a Cremona Sport– Nono avevo un piano B quindi mi sono ritrovata senza programmi. L’obbiettivo me lo ha dato la squadra di triathlon di Cremona e un po’ mi hanno salvato. Ho provato una settimana e mi hanno subito lanciato nella competizione”.  Bici, nuoto e corsa nella vita sportiva di un canottiere non mancano quasi mai, soprattutto nei momenti in cui si deve recuperare un infortunio quindi il terreno su cui lavorare era già fertile ma da qui a cambiare sport il passo non è breve: ” Non abbandonerò completamente il canottaggio- assicura- I remi sono un pezzo di vita, un pezzo di me, però ora sicuramente devo dare il giusto stacco per un recupero fisico e mentale”.