Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Barisciano, Rocca Calascio accolgono a braccia aperte chi ha il coraggio di sfidare queste montagne. Va così sul Gran Sasso dove il tempo scorre più lento ma le nuvole in cielo volano basse e veloci. E andrà così sabato con Nova Eroica Gran Sasso che torna in questo pezzo di paradiso d’Abruzzo che colpisce al cuore, in una terra forte e cortese,  accogliente senza troppe manfrine, tra la potenza di un altopiano che non fa sconti, che non conosce mezze misure.  Salite, sterrati, borghi e vie della transumanza dove le bici gravel lasceranno le tracce per raccontare un storia giovane ma destinata a farsi importante. Si attraverseranno i tratturi  sulle orme delle greggi  al pascolo, dai quelli tradizionali della Baronia fino a  scendere nella Piana di Navelli per toccare il Tratturo Magno. Alle località storiche delle prime due edizioni si aggiungeranno Tussio, San Pio delle Camere, Civitaretenga e Carapelle Calvisio in quattro percorsi: quello ⁠corto di 59 chilometri per il  “Giro della Rocca di Calascio” con un dislivello di 1100 metri; quello medio gravel di 85 chilometri per il  “Giro dei 5 Borghi” con 1620 metri di dislivello; quello medio solo in  asfalto di 92 chilometri per il ”Giro del Gran  Sasso” con 1830 metri di dislivello e quello  lungo gravel di 136 chilometri  di  ”Campo Imperatore e le Terre della Baronia” con 2490 metri di dislivello. Nova Eroica Gran  Sasso è la giovane costola dell’Eroica, la corsa ideata oltre 25 anni da Giancarlo Brocci sulle strade bianche senesi, un tempo solo per bici e abbigliamento d’epoca ed ora aperta anche alle gravel. Ma l’essenza resta la stesse. Perchè qui e altrove non si tratta solo di partecipare a una corsa ” su strade prevalentemente sterrate…”.  L’ Eroica è un modo di vivere che in molti hanno dimenticato, semplice, lieve, una via di fuga dalle città tra montagne che guardano all’infinito, immanenti, silenziose, da ammirare e rispettare.  E’ una fetta di pane con l’olio, gli arrosticini, un piatto di fagioli caldi su tavole dove ormai si trovano solo il sushi, tante inutili salsine o la cucina fusion. E’ un popolo appassionato che  parla la stessa lingua ma soprattutto che la capisce, che si ritrova, che si abbraccia, che se serve si dà una mano, che si fida. Eroica è un mondo senza orticelli dove si semina e si raccoglie insieme, che  fa fatica, che se ne frega dei watt, che si ferma ai ristori. Che non sono solo un posto dove rifocillarsi. “Gli otto ristori di Nova Eroica Gran Sasso sono tutti offerti dalle comunità attraversate dalla corsa – spiega con la giusta soddisfazione l’organizzatore Marco Capoferri – ed è ciò che più mi inorgoglisce perché è il riscontro che i sindaci hanno recepito lo scopo di questa manifestazione che attraverso lo sport  e la convivialità serve a far conoscere e a promuovere i territori . Le soste saranno tutte interessanti ad iniziare dalla prima, un caffè al centro di Calascio dinanzi alla storica Fontana pubblica del 1911 ma anche quelle tra gli archi di Castelvecchio Calvisio, nella piazza del Mercato di Barisciano, quelle con vista sui ruderi romani della città di Peltuinum, nei pressi di un antico convento a Civitaretenga nonché la ‘fagiolata’ nel canyon di Fonte Vetica e quella, poco distante, degli arrosticini. L’aspetto competitivo è secondario, lo spirito è quello di  unire sport, natura, cultura e turismo…”. Ed è ciò che conta nel presente e nel futuro perchè  con il traino di Nova Eroica l’obbiettivo è quello di realizzare e restaurare sui percorsi attraversati “strade bianche” permanenti. “Stiamo portando avanti il progetto che abbiamo annunciato sin dalla prima edizione -spiega il rieletto presidente della giunta regionale d’Abruzzo Marco Marsilio–  Il comune capofila, Castel del Monte, con le altre amministrazioni comunali, è ormai pronto, siamo alle fasi conclusive dei percorsi di autorizzazione e, alla fine di questa stagione estiva, auspichiamo l’apertura del cantiere e una rapida conclusione dei lavori. L’obiettivo è realizzare almeno la prima parte, i primi 20-25 km sui 50 complessivi, al fine di consegnare strade bianche con scenari incomparabili e, in prospettiva, utilizzabili da ciclisti e cicloturisti. Sabato giugno avremo l’opportunità di mostrarle al mondo intero ancora una volta”. Resteranno lì a difesa del territorio come è successo dalle parti di Gaiole.  Il resto, come sempre accade con l’Eroica, è gioia dello stare insieme, è conoscersi e riconoscersi, è ritrovarsi e pedalare con la voglia di fermare il tempo. Che da queste parti scorre lento, scorre piano contrariamente alle nuvole che si rincorrono sull’Altopiano. “Jennotte fa la neve…” c’è scritto su un cartello turistico in un vicolo di Castel del Monte. Questa volta speriamo di no…