«Non andrò a Parigi perchè sono stato convocato come riserva ed è una delle più grandi delusioni della mia vita ma anche un’ingiustizia assoluta. Ovviamente io resto a disposizione della nazionale italiana e continuerò ad allenarmi con la stessa convinzione di sempre perchè non si sa mai…». Michele Sarzilla, triatleta azzurro di Seriate, è uno che non molla, «Mola mia…» dicono dalle sue parti. E infatti tra poco partirà per rifinire la preparazione in altura, nonostante la Federazione italiana triathlon lo abbia escluso dalle convocazioni per le gare delle olimpiadi parigine. «Una storia sbagliata e po’ complicata…» avrebbe cantato Fabrizio De Andrè, uno dei suoi cantautori preferiti ma che non è da dimenticare e soprattutto è tutta da raccontare… Michele Sarzilla, 36 anni, atleta della DDs7Mp di Settimo milanese è in questo momento il triatleta italiano con il miglior ranking olimpico: 23mo in classifica, primo tra gli azzurri. Per tutto il periodo olimpico è stato al centro del progetto Federale e, con i suoi piazzamenti, ha contribuito più di tutti ad ottenere i punteggi necessari per i due «slot» di qualifica della nazionale. Non è bastato. Pochi giorni fa, il comitato tecnico federale, ha diramato le convocazioni e gli ha preferito Gianluca Pozzatti del 707Team, 38mo nella graduatoria olimpica, e Alessio Crociani, delle Fiamme Azzurre, che figura al 95posto. «Al di là della scelta tecnica che sarebbe stata fatta seguendo i dati di un modello matematico che porterebbe un miglior risultato di squadra nella staffetta e che però non mi sono stati messi a disposizione, neppure in forma anonima come avevo richiesto con i miei allenatori- racconta Sarzilla- ciò che mi ha ferito è stato il modo con cui l’esclusione mi è stata comunicata. Prima con una call su whatsapp alle 22 di sera a cui non sono riuscito a rispondere e poi cancellata dopo tre minuti e quindi con un post su Instagram in cui la Federazione pubblicava la foto dei convocati in cui ovviamente io non c’ero. Null’altro. E dopo anni di lavoro fianco a fianco mi sembra davvero una beffa». Fine. Anzi no. Perchè buona parte del movimento del triathlon è insorto a difesa dal campione lombardo sospettando che la «scelta» sia più politica che tecnica dettata dalle logiche imposte dai gruppi militari più «influenti» rispetto alle società private. Un’ondata di polemiche che ha portato anche alle dimissioni di sei consiglieri federali che hanno fatto decadere il consiglio che ora dovrà essere rieletto col nuovo presidente con elezioni già fissate per il 31 agosto. In molti chiedono un ripensamento che oggettivamente pare però molto improbabile. «Chiedo al presidente della Fitri Riccardo Giubilei un gesto di buonsenso- aveva detto pochi giorni fa uno dei coach di Sarzilla, Fabio Vedana, intervenendo in un dibattito sulla web Tv di Vincenzo Nibali- servirebbe a ricompattare e a riportare un po di serenità in un movimento ormai lacerato».