A fine maggio aveva rimesso sulla schiena un pettorale al Giro di Novegia e alla prima salita si era staccato. Amen. Cinquantasette giorni dopo la terribile caduta alla Dwars door Vlaanderen che gli aveva lasciato addosso nove fratture, che gli aveva fatto saltare il Fiandre, le altre classiche, il Giro, che lo aveva tenuto per quasi due mesi lontano dalle gare e dal ciclismo, non era andato al Giro di Norvegia per vincere e forse neppure per partecipare. Ma Wout Van Aert non era lì per vincere, per far classifica, o per dare una mano leader di turno del suo squadrone. Era andato fin lassù per capire a che punto fossero il suo recupero, le sue gambe, la sua mente e probabilmente i suoi sogni. Sogni di gloria ovviamente, sogni che dalle pietre delle Fiandre che restano il suo tarlo e il suo pallino quest’anno sfumato, lo porteranno tra pochi giorni al via del Tour ma soprattutto a Parigi che tra pochi mesi sarà una Parigi olimpica. Van Aert e l’ex campione del mondo Remco Evenepoel guideranno infatti la squadra maschile belga ai Giochi francesi. La Federazione belga ha comunicato oggi che entrambi i corridori gareggeranno nella prova individuale a cronometro e nella corsa su strada. A loro si uniranno Tiesj Benoot e Jasper Stuyven nella corsa su strada mentre Arnaud De Lie è stato selezionato come riserva insieme a Jasper Philipsen, Yves Lampaert e Tim Wellens. Un po’ di sereno che riapre uno spiraglio in una stagione che per il fuoriclasse di Herentals finora è sembrata maledetta. Comunque sia e comunque vada Van Aert in gara, Van Aert al Giro di Norvegia, Van Aert al Tour, Van Aert ai Giochi è una bella notizia non solo per lui, per i suoi tifosi, per il popolo belga ma per tutti. Van Aert appartiene a quella schiera selezionatissima dei campioni che che corrono per una squadra e per un Paese ma che in realtà non hanno maglia e nazione e  corrono per tutti quelli che amano il ciclismo.  E mancato in tutti questi mesi. E’ mancato alle Fiandre, alla Roubaix perchè i suoi duelli con Mathieu Van der Poel sono il valore aggiunto di sfide epiche ed affascinanti. E’ mancato al Giro d’Italia che non avrebbe sicuramente vinto ma sicuramente infiammato considerando che uno dei pochi campioni oggi capace di vincere e di essere protagonista nelle fughe, in salita, in volata. Uno dei pochi capace di tenere testa, anche se non in generale, a Tadej Pogacar che in questo Giro avversari non ne ha avuti. E’ mancato a tutto il ciclismo in questi mesi perchè sono mancate la sua classe assoluta, il suo carisma, la sua generosità e il suo essere spesso sfortunato protagonista. Che sia tornato nei Giochi fa piacere a tutti.