Daniel Oss, la nuova avventura è la gravel
La strada non c’è più, la strada è un’altra. La strada ora è più tortuosa, sterrata, terra per ruote da 40, per bici da ghiaia, bici gravel. Daniel Oss dopo quattordici stagioni da professionista, dopo cinque convocazione nella nazionale italiana, dopo una vita a pedalare in top team come Bmc, Bora, Total Energies, dopo due titoli mondiali nella crono a squadre a Ponferrada nel 2014 e a Richmond nel 2015 e dopo una vita al fianco di Peter Sagan si lancia in una nuova sfida. Con Vincenzo Nibali, Alessandro Ballan, Marco Aurelio Fontana ed altri atleti del team Garmin, qualche mese fa era al via dell’ottava edizione di Nova Eroica Buonconvento, su quelle Strade Bianche che Eroica ha riscoperto e che sono poi diventate di fatto una sesta monumento. “C’è agonismo ma c’è anche un clima più rilassato – racconta il 37enne campione di Pergine Valsugana- Per me è una nuova vita in un mondo nuovo, in grande espansione, sia sotto l’aspetto delle gare vere e proprie ma anche da quello dell’avventura e della partecipazione a questi eventi. Non lo vivo come un fine carriera ma come una nuova opportunità…”. La scintilla non è di questi giorni. Oss nel 2022 è già stato argento nel mondiale gravel e quest’anno punta alla convocazione del ct Daniele Pontoni per una maglia azzurra da indossare nella rassegna iridata che si correrà ad ottobre nelle Fiandre. Al suo fianco sponsor di primo piano come Specialized, Garmin e Sportful ma soprattutto la voglia di giocarsela in una disciplina che sta conquistando l’attenzione anche di molti big della strada da Vout Van Aert a Matej Morijc, da Alejandro Valverde a Niki Terpstra, ai nostri Simone Velasco e Alessandro De Marchi. “Rispetto alla strada le differenza sono parecchie– spiega Oss- Non tanto per quanto riguarda gli allenamenti o la fatica che sono più o meno simili. Ciò che cambia è la gestione della gara. Nelle competizioni gravel si può dire che ognuno fa per sè, non c’è una squadra alle tue spalle, cambiano le strategie, c’è meno tattica, è diversa anche la gestione degli inconvenienti meccanici, delle forature. Poi entrano in gioco anche altri fattori che riguardano la tecnica di guida della bici, la lettura delle mappe nelle gare di endurance, l’alimentazione che va gestita in autonomia perchè non ci sono ammiraglie che ti seguono.”. Qualche mese fa Oss ha partecipato in Spagna a Girona alla Traka, un sfida di 360 chilometri tra le più epiche di questa nuova disciplina gravel e la prossima settimana ne mirino ci sono i campionati italiani in Oltrepò. Oggi però tocca a Buonconvento: “Ciò che colpisce qui è che c’è un bel clima di convivialità- racconta- Si vede che la gente sta bene e vuole pedalare per divertirsi. Si fa ugualmente fatica ma alla fine fa anche piacere ritrovarsi tutti a godersi un birretta…”. La strada, le tappe, i ritiri sono alle spalle e non gli mancheranno. Davanti ora c’è un nuovo ciclismo che ha grandi prospettive dal punto di vista agonistico ma anche da quello amatoriale e commerciale e che ha tanta voglia di vedere al via anche i campioni che hanno lasciato un segno sulla strada. Un mondo che cresce velocemente e che qui a Buonconvento da un anno all’altro ha triplicato gli iscritti al via, da ogni parte del mondo, anche 32 americani: “Che potenzialità di crescita possono avere le gare gravel nei prossimi anni da uno a dieci? Così, senza pensarci troppo, mi viene da dire undici…”