“Sant’Agostino insegna che cantare è pregare due volte. Non so cosa avrebbe detto se fosse stato un runner… Ma anche chi corre prega due volte perchè la corsa è un luogo di meditazione e di speciale disponibilità interiore. Ricordo di aver avvertito la forte consapevolezza della chiamata a seguire Dio in una corsa nel deserto forse perchè in quel un momento la mia vita era troppo rumorosa per sentirlo in qualsiasi altro posto…”. Così raccontava  Monsignor Jean-Paul Vesco qualche anno fa al via della mezza Maratona romana dell’Ara Pacis con la maglietta di Athletica Vaticana. Sessantadue anni, francese, religioso domenicano, vescovo di Oran in Algeria, protagonista del dialogo aperto con il mondo musulmano, ha appreso a sorpresa con una telefonata, mentre si recava a celebrare la Messa, che Papa Francesco aveva letto all’Angelus il suo nome nella lista dei 21 nuovi cardinali come racconta a Radio Vaticana – Vatican News. Sarà uno dei 21 prelati che riceverà la berretta cardinalizia l’8 dicembre a Roma e quindi anche il primo cardinale maratoneta, visto che il prossimo anno parteciperà alla maratona di New York. Nominato nel 2021 arcivescovo di Algeri  il domenicano è stato avvocato prima di essere ordinato sacerdote nel 2001. È in Algeria dal 2002, prima presso il convento domenicano di Tlemcen, nella diocesi di Orano, poi come vicario generale della diocesi nel 2005. Eletto priore provinciale dei domenicani di Francia, è tornato in Francia nel 2010. Papa Benedetto XVI lo ha nominato capo della diocesi di Orano il 1° dicembre 2012. Aveva già partecipato 1989 alla maratona di New York con un personale di 2 ore e 52 minuti che non è proprio una prestazione banale. Anzi. “La corsa è un modo per ascoltarsi e per superare i propri limiti- ripete sempre monsignor Vesco- Correre è libertà e trasforma anche i percorsi urbani in spazi di riflessione e crescita personale. Non è solo un’attività fisica, ma un viaggio interiore che consente di esplorare le proprie capacità e di connettersi con l’universo circostante”.  Corpo e spirito, per un equilibrio che lo sport ( anche lo sport) permette di raggiungere e che ha visto monsignor Vesco impegnarsi da sempre nelle file di Athletica Vaticana,  l’associazione sportiva del Vaticano che promuove eventi di corsa e attività fisiche per i membri della Chiesa. Ricorda con affetto la partecipazione di Athletica Vaticana ai Giochi del Mediterraneo nel 2022 a Orano, dove lo sport ha svolto un ruolo fondamentale nel trasmettere un messaggio di pace.  Lo sport come mezzo di dialogo tra le religioni è un messaggio potente, soprattutto in un momento in cui la società cerca di costruire ponti anziché barriere. “Da adulto  la corsa ha fatto irruzione nella mia vita e ho partecipato alla mezza maratona di Berlino e alle maratone di Lione, Parigi e New York dove, nel lontano 1989, ho ottenuto il mio record – raccontava  tempo fa alla viglia di una mezza maratona romana – Ho scoperto che la motivazione che ti spinge a correre una maratona non è la competizione con gli altri ma è l’ascolto di te stesso. Oggi  rimane in me la libertà di correre.  Basta indossare le scarpe da runner perché l’universo interiore ed esteriore superi i propri limiti.  Anche se ora non sono più un atleta, quando posso e quando le mie articolazioni lo permettono, mi piace correre e sono molto felice di appartenere alla rappresentativa podistica della Santa Sede, condividendone il senso. Trovo l’idea di Athletica Vaticana molto bella perché la proposta non è solo quella di correre, di praticare un sport insieme, ma anche di dare una testimonianza molto concreta di dialogo, di amicizia, di speranza e di pace attraverso la corsa”