“Speriamo nel vento che porti via un po’ di queste nuvole domani..”. Cosi Renzo Oldani, presidente della Alfredo Binda, la società ciclistica che da oltre un secolo organizza la Tre Valli Varesine, mi aveva confidato al telefono alla vigilia del via commentando un’edizione 103 con i fiocchi, che vedeva alla partenza, tra tanti fuoriclasse,  anche i due campioni del mondo Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. Non immaginava, meno di 24 ore dopo, di dover annunciare tra le lacrime al microfono sulla linea del traguardo che la gara veniva “sospesa per maltempo” dopo un giro, su un percorso flagellato da una pioggia battente. Bisognerebbe fargli un monumento  a Renzo Oldani, alla sua società, al suo staff, ai tanti volontari che danno una mano solo per la gloria, a tutti coloro ( e sono tanti) che lavorano un anno per mettere permettere di disputare una gara ciclistica che è un vanto lombardo, ma anche italiano visto che, classifiche alla mano, resta per importanza l’ottava al mondo. Bisognerebbe farglielo perchè, nonostante tutti i sacrifici, gli sforzi economici, la fatica, il vanto di aver portato a correre a Varese i migliori campioni e le migliori squadre, davanti a tutto è stato capace di mettere  la sicurezza dei ragazzi che stavano gareggiando. Non è poco e non è da tutti, anche se a malincuore, anche se con l’animo a pezzi, anche se in cuor suo probabilmente si poteva andare avanti visto che,  proprio dopo che il gruppo aveva smesso di pedalare, il maltempo, beffardamente, aveva deciso di dare una tregua.  Ma non importa. Così parte dei corridori avevano deciso di fare e così è stato. Quindi decisione di gran rispetto, dolorosa e coraggiosa: stop. E farebbero bene tutti a prenderne esempio, a ricordarsene. Già perchè nelle gare ciclistiche, che quest’anno contano diversi lutti, la sicurezza dei corridori deve venire prima di tutto senza se e senza ma. Ma deve venire prima di tutto sempre, senza differenze tra una gara e un’altra, tra un paese e un altro. E ciò vale per chi pedala e per chi organizza. E allora è stato sicuro far correre qualche tempo fa alla Freccia- Vallone sotto una pioggia ghiacciata che ci ha regalato immagini dei ciclisti in ipotermia? Ed è stato giusto poche settimane fa nel mondiale svizzero far passare, per non bloccare il traffico di Zurigo, il gruppo in una discesa nascosta nel bosco dove poi è drammaticamente caduta Muriel Furrer senza che nessuno se ne accorgesse? Gli esempi purtroppo potrebbero essere molti di più ma a poco vale farli. Restano le immagini del gruppo fermo sotto il traguardo della Tre Valli con le parole di Pogacar: “Capisco le lacrime degli organizzatori, decisione giusta…Sono grato”.  Grati a Renzo Oldani, una lectio magistralis di cosa significhi organizzare gare con la coscienza del buon padre di famiglia. Ma che valga sempre e per tutti.