Omicidio di Rebellin: condannato a 4 anni l’autista tedesco
“Mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più. E anche se l’avessero condannato a dieci anni…”. Così Brigida Gattere, la mamma di Davide Rebellin, ha commentato la sentenza di primo grado emessa dai giudici del Tribunale di Vicenza che ha condannato a 4 anni di reclusione il camionista tedesco Wolfgang Rieke, accusato di avere investito e ucciso nel 2022 il campione di ciclismo a Montebello Vicentino . Rebellin, che aveva 51 anni, si stava allenando lungo la Strada regionale quando venne travolto dal camion guidato dall’uomo che non si fermò a prestare soccorso. Anzi. Gli elementi raccolti dalla Procura, grazie all’indagine delegata al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Vicenza, con l’acquisizione delle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza installate in prossimità del luogo dell’incidente, avevano che , anche consentito di riprodurre, da varie angolazioni, la dinamica dell’incidente e di accertare la condotta dell’autotrasportatore tedesco che, anche in base alle testimonianze delle persone intervenute in soccorso di Rebellin, dopo l’investimento, era sceso dal mezzo avvicinandosi alla vittima e subito dopo aveva ripreso posto a bordo dell’autoarticolato, allontanandosi. Per questo nei suoi confronti era scattata l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga. Ed ora la prima condanna, contro la quale I legali del camionista tedesco hanno già annunciato appello . La mamma Brigida e il fratello Carlo hanno trovato la forza di presenziare, in Tribunale a Vicenza, all’ultima udienza del processo. “Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale – ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il suo consulente personale –. La Procura di Vicenza ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze…”. Il 64enne tedesco è stato condannato per omicidio stradale aggravato dalla fuga ma gli sono state riconosciute dal giudice le attenuanti generiche, avendo risarcito con 825mila euro la famiglia del ciclista. Il camionista non era presente in aula, anche in conseguenza del grave ictus che l’ha colpito lo scorso maggio che aveva comportato anche la revoca degli arresti domiciliari.