Un 2024 da record: è febbre da maratona
E’febbre da maratona. Sarà perchè è la gara più dura, quella che ha più fascino, che è all’origine di tutto, perchè Atene è il mito e New York la terra promessa. Sarà perchè nell’immaginario di chi fa corse di lunga lena arrivare al traguardo dopo quei 42 chilometri e 195 metri è la coronazione di un sogno, la prova che tutto si può fare basta crederci, per molti un riscatto. O sarà anche perchè, con la scusa di una maratona, in tanti viaggiano e raggiungono città in giro per il mondo regalandosi una vacanza. Fatto sta che per le maratone tutte (quasi tutte) lo scorso anno è stato un anno da record. Non è una sensazione, parlano i numeri basti pensare che la 42 km di Londra ha fatto impallidire quella di New York con oltre 800mila richieste di partecipazione anche se quella della Grande Mela si conferma la sfida con il più alto numero alto di runner al traguardo: 55.646. Boston, Tokyo, Berlino, Chicago e Parigi sono andate tutte sold out e in Europa i record per corridori giunti sul traguardo spettano a Berlino (54,280 finisher) e a Parigi (54.175). In rampa di lancio c’è poi la Maratona di Valencia che da un lustro ormai macina record e che lo scorso anno ha visto al via oltre 37mila partecipanti, un miglioia meno di Atene che ha registrato 38mila iscritti e che, nononstente tutto, resta la storia. In Italia brilla la Maratona di Roma che, complessivamente con le altre distanze previste e le staffette, ha portato al via più di 40mila runner. E poi l’Asia che in fatto di corsa di lunga distanza ha grande filosofia e cultura. Dalla Tokyo Marathon che si è corsa a marzo è ha visto in gara 38mila maratoneti a un’altra 42km iconica, la maratona di Pechino che ha visto al via 30mila atleti ma che ha fatto registrare la cifra “monstre” di 182.949 richieste di iscrizione rifiutate per ovvi motivi organizzativi e di ordine pubblico. Ma al di là dei numeri c’è un movimento per le maratone che cresce e incuriosisce soprattutto una generazione di runner più giovani che iniziano a sostituire i “tapascioni” più attempati. Cresce l’interesse verso una forma di sport legata al viaggio e al turismo e che il tam-tam dei social diffonde ed amplifica. E allora la maratona diventa un po’ meno la sfida agonistica dove ricercare tempo e prestazione ma più l’occasione per vivere un’esperienza da riportare a casa magari nel Grande Nord del mondo correndo a Tromso, in Norvegia, con il Sole di Mezzanotte o nella Entabeni Game Reserve, in Africa nel Limpopo, tra elefanti e rinoceronti su un percorso sorvegliato da ranger ed elicotteri…