Dal Grand depart alla Gran salida.  Dopo il Tour anche la Vuelta mette sul piatto un via tutto italiano con le prime quattro  tappe piemontesi.  Ventitré squadre per un totale di 184 corridori e un uomo da battere che risponde al nome di Jonas Vingegaard, già vincitore di due Tour de France e l’unico in grado di poter provare a competere con Tadeij Pogacar che però,  dopo averci pensato, al Giro di Spagna ha detto di no per concentrarsi sul mondiale che si corre in Ruanda a fine settembre.

Dopo Lisbona nel 1997, Assen nel 2009, Nîmes nel 2017, Utrecht nel 2022 e Lisbona Oeiras e Cascais nel 2024, sabato si partirà da Torino dopo la presentazione dei team e delle squadre nel centro della città. Per portare l’ottantesima edizione della corsa spagnola sulle sue strade la Regione Piemonte ha messo sul piatto 4,5 milioni di euro che dovrebbero essere ampiamente ricompensati da una ricaduta economica e promozionale garantiti da una corsa World Tour  seguita da oltre 200 broadcast nel mondo, che può vantare oltre 15mila ore di produzione mediatica e televisiva e che , solo in  Spagna,  ha un’audience media  pari a 1milione e 300mila spettatori giornalieri.

La prima tappa  partirà dalla splendida Reggia di Venaria Reale a Torino e si concluderà a Novara dopo 189 km; la seconda da Alba con arrivo in salita a  Limone Piemonte; la terza da San Maurizio Canavese per arrivare a Ceres, la quarta che accompagnerà la corsa oltre le Alpi e proporrà altre montagne affrontando anche il Monginevro, partirà da Susa per arrivare a Voiron.

Caccia a Jonas Vingegaard quindi che due anni fa la Vuelta avrebbe ( forse) già potuto vincerla ma fu costretto per ordine di scuderia e per evitare scintille con Primoz Roglic che allora correva per la Visma , a far buon viso a cattivo gioco lasciando il passo a Sepp Kuss che si era ritrovato in maglia rossa e arrivò vittorioso al traguardo scortato dai due suoi capitani. Ma il 28enne danese non sarà il solo big al via. Dovrà fare i conti con la coppia della Uae-Emiratesg che punta sul portoghese João Almeida e lo spagnolo Juan Ayuso e con una schiera di ottimi corridori in grado di giocarsi, se non la vittoria, sicuramente un podio. Da Richard Carapaz (Ef Education-EasyPost), secondo all’ultimo Giro d’Italia, al il colombiano Egan Bernal (Ineos Grenadiers) al canadese  Derek Gee (Israel-Premier Tech), all’ australiano Ben O’Connor (Jayco-Alula), secondo lo scorso anno dietro a Primoz Roglic che quest’anno non ci sarà e lascerà i gradi di capitano della Bora a Jai Hindley che avrà al fianco ( ma forse anche davanti) Giulio Pellizzari.  Tra gli azzurri occhi puntati su Filippo Ganna che punta a vincere una tappa,  su  Giulio Ciccone ( Lidl-Trek) che proverà a fare la tessa cosa ma con un occhio alla classifica così come Antonio Tiberi della Bahrain-Victorious che avrà al suo fianco il fidato Damiano Caruso. Fuori classifica e fuori concorso Mads Pedersen della Lidl Trek, perchè l’ex campione del mondo e maglia ciclamino al Giro ha già fatto vedere di poter vincere quasi ovunque e non solo allo sprint.