09Dic 25
I Giochi non sono un reality: la Torcia va lasciata agli atleti…
La fiamma è stata accesa pochi giorni fa ad Olimpia, in Grecia. Tra i primi tedofori i campioni Armin Zoeggeler e Stefania Belmondo che hanno dato il via ad un viaggio che la porterà a varcare lo stadio di San Siro il 6 febbraio, tra poco meno di due mesi. Poi si comincerà a fare i conti con le gare, i cronometri, le medaglie, con le imprese degli atleti. A fare i conti con neve e ghiaccio.Intanto però il viaggio del sacro fuoco olimpico continua. Attraverserà una settantina di città, oltre 300 comuni, paesi e regioni raccontando ciò che sono i Giochi, cosa rappresentano, la loro storia e l’origine. Un simbolo potente e globale che incarna lo spirito della competizione leale e l’unità tra i popoli, il legame tra sport e cultura. Va detto subito che, di là della retorica e facendo la tara a tute le considerazioni più o meno romantiche, ormai i Giochi sono diventati anche un grande affare politico, economico, commerciale e hanno perso gran parte del loro significato che vedeva l’accensione del fuoco come simbolo di purezza e conoscenza e omaggio assoluto per conquistarsi la benevolenze di Zeus e degli dei.
I tedofori allora erano gli atleti, figure terrene ma molto vicine alla mitologia degli eroi che si avvicinavano alla divinità nell’esaltazione sacrale della fatica, nell’emulazione delle virtù come l’umiltà, la lealtà, nell’idea dello sport come cammino spirituale con gli atleti testimoni di valori assoluti che avvicinavano la dimensione umana a quella divina attraverso il sacrificio. L’obbiettivo era quello di cercare il favore divino con la prova e , meglio, con la vittoria sportiva.
Storia. Ovvio che oggi è quasi ridicolo pensare ad una concezione sportiva e olimpica che si avvicini a ciò. Ma qualcosa del valore olimpico per fortuna resta. Nonostante la politica, gli sponsor, le guerre che non si interrompono, le polemiche sulle bandiere le olimpiadi rimangono un evento di sport. Per questo fa un po’ specie, per non dire altro, vedere tedofori che sportivi non sono. Nulla contro attori, cantanti, grandi cuochi, manager, influencer più o meno cliccati che orgogliosamente collaborano a portare verso Milano il fuoco olimpico. Ma che c’entrano con le Olimpiadi? Che c’entrano con lo sport? Cosa possono rappresentare o aggiungere? Sicuramente nulla. Per ciò la torcia Olimpica va lasciata nelle mani di chi lo sport l’ha fatto e l’ha vissuto. Altrimenti si svilisce anche l’ultimo dei simboli e i Giochi diventano il peggiore dei reality che mai vorremmo vedere.
