Una volta il  Giro di Lombardia, che si corre sabato 11 ottobre, chiudeva la stagione. Oggi non più perchè ormai si continua a correre altrove, si corre sempre, forse anche troppo. Ma “Giro delle foglie morte” resta l’ultima Monumento della stagion e conserva intatto tutto il suo fascino e la sua storia. Quest’anno si parte da Como e si arriva dopo 238 km a Bergamo, perchè così vuole la tradizione che vuole partenza e arrivo invertiti ad anni alterni, con un percorso che ricalcherà quello di due anni fa . Sei le grandi ascese in programma, ad iniziare dalla Madonna del Ghisallo per poi proseguire con Roncola, Berbenno, Passo della Crocetta, Zambla Alta e Passo di Ganda. Le ultime quattro edizioni sono state monopolizzate dal campione del mondo Tadej Pogacar, che con un eventuale successo farebbe segnare un record di vittorie consecutive sfuggito anche a Fausto Coppi che però ne ha vinti cinque.

Partenza da Como in direzione Cantù. Si scala il Ghisallo come prima asperità, ma dal versante Asso per scendere su Bellagio e raggiungere Lecco lungo la riva del Lago di Como. Entrati in provincia di Bergamo inizia la serie di asperità che porta all’arrivo caratterizzata da un continuo succedersi di salite e discese quasi senza tratti pianeggianti tra una e l’altra. Si scala per prima la Roncola (Valico di Valpiana, pendenze fino al 17%). Seguono le salite di Berbenno, Dossena, Zambla Alta e Passo di Ganda che portano il dislivello complessivo sopra i 4400 m. Da Ganda si arriva a Selvino dove inizia la classica lunga discesa ritmata da 19 tornanti. Ci sono quindi 9 km di avvicinamento alla città (gli unici pianeggianti di tutto il finale) e il classico passaggio della Città Alta fino all’arrivo. Ultimi chilometri attraverso Bergamo Alta salendo alla Porta Garibaldi e poi (con 200 m in acciottolato) a Largo Colle Aperto. Nella prima parte le pendenze sono sempre sopra il 10% (max 12%). In discesa la carreggiata è larga su fondo liscio. Ai 1800 m dall’arrivo svolta secca con breve strettoia per il superamento della Porta Sant’Agostino. Dopo l’ultimo chilometro ampia curva a sinistra per immettersi nel rettilineo che conduce all’arrivo. Retta finale di 800 m, in discesa nella prima parte e pianeggiante poi.