“Cosa significa aver segnato il nuovo record italiano in maratona? Significa che nessun italiano nella storia ha mai corso più forte di me, fa strano detto così. Queste sono le cose che ogni atleta sogna di raggiungere prima o poi nella vita.  In quello che agli occhi di molti sembra un semplice accostamento di cifre, io vedo anni di incessabile lavoro e sacrificio, anni in cui sono stato testato con il successo e il fallimento, le insicurezze che mi hanno fatto dubitare di essere adeguato per questo sport, gli infortuni che mi hanno mostrato le mie fragilità, la lontananza dalla mia famiglia, la quotidiana sofferenza fisica e mentale. Questo è stato il prezzo da pagare per entrare nella storia…”. Iliass Aouani raccontava così,  su un suo profilo social, più o meno un anno fa il primato italiano sui 42km “firmato”  a Barcellona (2h07’16”). Oggi record non ne ha fatti ma in realtà è andata meglio. Molto meglio.  Bronzo nei mondiali di maratona, un sogno, raccontando ciò che neppure si immaginava di poter raccontare avrebbe probabilmente detto Franco Bragagna se fosse stato nella postazione di Tokyo. 

La storia di questo ragazzo è tutta da raccontare. Da Ponte Lambro, dalla fredda periferia milanese alla gloria iridata di Tokyo. Nato a Fquih Ben Salah in Marocco 29anni fa , ma arrivato in Italia, a Milano,  all’età di due anni con i suoi genitori cresce a Ponte Lambro e non trova davanti a sè una strada spianata.  Lì studia e comincia ad allenarsi  e a gareggiare con i colori dell’Atletica Ricciardi. Nel 2015 vince una borsa di studio che lo porta a continuare gli studi in Texas, alla Lamar University, e a finirli quattro anni dopo alla Syracuse University dove si laurea in ingegneria. Torna in Italia e si trasferisce a Ferrara agli ordini di Massimo Magnani a cui deve molto e non lo dimentica: “”Sono grato per chi ha creduto in me, sono felice di alzare il tricolore e di aver reso felici tante persone: la mia famiglia, il coach Massimo Magnani e tutto lo staff che mi segue. Questo bronzo arriva dal nulla, dalle case popolari , e spero che la mia storia sia di ispirazione per tutti: quando ci credi abbastanza, i sogni si possono realizzare. Mio padre sta per andare a lavorare in cantiere e sarà fiero di me. In questa medaglia c’è di tutto: momenti di delusione in cui volevo mollare, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l’ho fatta”

Regala all’Italia la quarta medaglia di questa edizione dei campionati, anche se continua a mancare il metallo più prezioso. Si prende un meraviglioso bronzo al termine di una gara tattica con il tempo di 2h09:53. È il coronamento di una stagione fantastica per il campione europeo in carica che ha trionfato ad aprile nella prima edizione degli Europei di corsa su strada a Lovanio, in Belgio. Vince il tanzaniano Alphonce Simbu al fotofinish con una volata mozzafiato, in rimonta sul tedesco Amanal Petros che era in testa all’ingresso nello stadio, un nulla, ancor meno che nella finale dei 100.

Nella storia dei Mondiali quella di Aouani è la quinta medaglia azzurra nella maratona maschile dopo un argento (Vincenzo Modica 1999) e tre altri bronzi (Gelindo Bordin 1987, Stefano Baldini 2001 e 2003). Ma non è stato, come non lo è mai in una maratona, una passeggiata.  “Al quindicesimo chilometro affioravano voci della mia parte oscura che mi vuole far mollare, però le ho messe subito a tacere- racconta-. Intorno a metà gara, a uno spugnaggio, ho perso una delle due lenti a contatto ma mi sono detto che me ne poteva bastare una. Sono entrato nello stadio ed è stato bellissimo, puntavo all’oro, ma gli altri stati più bravi di me. L’anno scorso ho vissuto la delusione di non essere stato convocato per le Olimpiadi, gli ultimi due mesi sono stati molto complicati…” Ma alla fine i conti tornano.