Alla faccia della scaramanzia.  La diciassettesima tappa della Vuelta consegna al ciclismo azzurro il “campioncino” che un po’ tutti aspettavamo. C’era una volta un  timido ed emozionatissimo Giulio Pellizzari che al Giro, sulla salita del Monte Pana, chiedeva gli occhiali a Tadej Pogacar che lo aveva appena battuto e c’è oggi il presente del ciclismo azzurro che vince la sua prima sfida da professionista sul traguardo dell’Alto de El Morredero e accende un piccolo lumino di speranza per i colori azzurri  in vista dei prossimi, durissimi, mondiali in Ruanda, candidandosi a diventare uno degli uomini di punta del Ct Marco Villa il prossimo 28 settembre. Il “ragazzino” non c’è più:  dopo qualche incertezza e qualche critica che avevano segnato il suo passaggio alla Red Bull ritenuto da qualcuno un po’ troppo frettoloso, sta  disputando una stagione importante e confermando con i fatti di essere uno dei talenti più promettenti dalla sua generazione. La vittoria di oggi, che lo ha visto scattare a tre chilometri dal traguardo e mettersi alle spalle tutti i big della corsa, è il segno che è diventato grande, nel senso che è cresciuto perchè di strada da fare per la gloria  ce n’è ancora tantissima. “Questo è il momento più bello della mia ancora giovane carriera- ha raccontato ai microfoni di Eurosport- Sentivo che poteva essere il mio giorno, domani però c’è una cronometro dove voglio fare bene: ci penso da Torino…”. Domani è un altro giorno, si dice sempre così. Ma non è un film e sarà un giorno diverso per questo 21enne marchigiano di Camerino che aveva forse bisogno di una conferma. Forte lo è sempre stato e il sesto posto al Giro di quest’anno dove era partito con il solo compito di far da guardaspalle a Primoz Roglic e il fatto che alla Vuelta ora sia quinto in generale a 3’51” da Vingegaard e abbia rafforzato il primato nella classifica della maglia bianca di miglior giovane non sono un caso. C’era una volta un ragazzino che con la maglia della Bardiani faceva ben sperare per il futuro. C’è oggi un talento che è una certezza per il presente. Alla faccia della scaramanzia…