Ruanda, Pogacar vince un mondiale d’altri tempi
Sembra un altro ciclismo quello del mondiale africano. Sono arrivati ad uno ad uno, con distacchi di minuti, tanti minuti, una decina tra il primo e il decimo. Erano partiti in 164 ne sono arrivati una trentina con le facce sfatte, quelle dei ciclisti di una volta. Davanti a tutti, neanche a dirlo Tadej Pogacar che ormai, per come corre, per come vince si fa fatica anche a raccontare. Che aggettivi vuoi usare con uno cosi? Finiti. Bisognerebbe inventarne qualcuno ma di Gianni Brera in giro non ce n’è. E allora vale la cronaca, che anche senza esagerare, senza urlare, senza scomodare dei e divinità è di per sè già formidabile.
Centoquattro chilometri di fuga, sessantasei in solitaria. Tadej Pogacar è di nuovo campione del mondo per la seconda volta consecutiva sulle strade di Kigali in Ruanda . Dietro di lui Remco Evenepoel che ci prova, scende di sella per un guasto, impreca, s’infuria, riparte, rientra e ci riprova. Ma non c’è nulla da fare e forse lo capisce al volo. Medaglia di bronzo invece per Ben Healy l’irlandese con la faccia da beatle che oggi, vista la fatica enorme che fanno tutti in sembra anche più composto del solito. Sesto il nostro Giulio Ciccone che ci ha fatto sperare, forse un po’ ci ha illuso, sicuramente ha dato tutto quello che aveva e probabilmente anche di più. Basta guardarlo in faccia all’arrivo ai microfono Rai di un omnipresente Ettore Giovannelli: “Una gara assurda per la fatica- confessa l’abruzzese- Mai fatto una fatica così, oggi ho perso 15 anni della mia vita…”.
Per Tadej Pogacar è la 105ma vittoria in carriera, il secondo mondiale di fila che lo mette al fianco a gente come Gianni Bugno, Paolo Bettini, Julian Alaphilippe, Freddy Maertens, Greg Lemonde. E non è finita qui perchè di tempo davanti lo sloveno ne ha parecchio per sbriciolare altri primati. Il titolo iridato è il gran finale di una stagione che lo ha visto dominare alle Strade Bianche, al Giro delle Fiandre, alla Liegi-Bastogne-Liegi e alTour de France. Difficile far meglio, difficile pensare come si possa ancora per qualche anno provare a “combattere” con un tale fenomeno. Che ora rincorre se stesso, qualche nuovo record e due classiche con cui ha un conto in sospeso: la Sanremo e la Roubaix. La prossima stagione ripartirà da qui: c’è da scommetterci.
