In pasticceria con Elias Canetti

Ci sono libri nati per supportare un’idea. Nel nostro caso un’idea decisamente robusta: la lingua come più prezioso strumento per riconoscersi e per raccontare il mondo. Ci sono libri che si distinguono per l’amorevole sapienza con cui l’autore racconta di sé e della nascita della sua vocazione di scrittore. E ci sono infine libri che restituiscono al meglio il sapore di un epoca attraverso le testimonianze piene di nostalgia raccolte nelle sue pagine. Si può scegliere quale tipo di libro si vuole prendere in mano. Nel caso, però, si sia indecisi e, come di fronte a una vetrina piena di […]

  

Prima che tutto accada: la lezione di Carver

Possiamo azzardare un postulato: la letteratura fa della vita una prolissa teoria di trascurabili momenti interrotta improvvisamente da accadimenti e coup de théatre che scartano dal prevedibile. E tutto questo allo scopo di farci mutare punto di vista, oppure semplicemente allo scopo di sorprenderci mostrandoci il fascino racchiuso nello scarto alla regola. Più sanno mostrarci con maestria e vivida immaginazione questi momenti topici, più gli scrittori vengono da noi incensati e lodati. Penso, tra i tanti, soprattutto agli autori che si sono specializzati nei racconti. E tra questi soprattutto alle autrici come Alice Walker, Margaret Atwood o Alice Munro. L’idea […]

  

Quando Piovene incontrò Dostoevskij

Qualcuno ha già sussurrato a mezza voce che i candidati allo Strega di quest’anno non sono all’altezza del premio. Mancano nomi importanti e soprattutto libri che abbiamo inciso con la loro pubblicazione nell’immaginario collettivo. E’ in queste circostanze che mi rallegro della mia scelta di leggere soprattutto classici, di affrontare, insomma, testi che hanno già superato la prova del tempo. Da poco, per esempio, ho concluso la lettura de Le stelle fredde di Guido Piovene (nell’edizione Meridiani Mondadori curato da Clelia Martignoni). Questo libro, uscito nel 1970, ha vinto il Premio Strega, superando in finale La meccanica di Carlo Emilio Gadda.  […]

  

I turbamenti del giovane Musil

Nel collegio militare di Mahrisch Weisskirchen il giovane Robert Musil ha ricevuto molto più di una solida preparazione. In quell’ambiente claustrofobico e torbido il futuro autore dell’Uomo senza qualità ha imparato a riconoscere quali tragedie e quali abissi di angoscia e solitudine si celino dietro i volti brufolosi e gli occhi lucidi di febbre dei giovani cadetti. Ad appena 26 anni (nel 1906) dà quindi alle stampe un lavoro (I turbamenti del giovane Torless, Einaudi, traduzione di Anita Rho) che rompe con la tradizione del romanzo di formazione. Un titolo che fin da subito ottiene un successo enorme proprio per lo […]

  

Sotto la luna aspettando i falò con Pavese

Siamo tutti d’accordo che i romanzi di formazione sono imprescindibili. Romanzi adatti a tutti. Indicati, ovviamente e soprattutto, per i giovani. Efficaci, però, anche per chi giovane non si sente più. Indicano, come sappiamo, un percorso di crescita. Raccontano la lenta ma inesorabile conquista della coscienza della realtà e del sé. Ci suggeriscono itinerari, ci disvelano segreti e soprattutto offrono esempi cui confrontarsi. Perché di questo soprattutto si ha bisogno quando si legge: conquistare il nome delle cose e dei sentimenti per poterli governare meglio per poterli sfruttare meglio. Terminata la lettura de La luna e i falò, però, mi sono […]

  

Gore Vidal tra demagoghi e demiurghi

Sono due le cose che non capisco della politica americana. La prima è il sistema elettorale che porta all’elezione del presidente. La seconda è la scelta dei due candidati che si sfideranno a novembre per la conquista della Casa Bianca. Possibile, mi chiedo, che non si siano trovati due antagonisti un tantino più giovani? Per la seconda domanda non ho trovato risposta (davvero non è possibile trovare un democratico più lucido di Biden e un repubblicano più limpido di Trump?). Per la prima mi sono fatto un’idea  leggendo un celebre romanzo di Gore Vidal intitolato L’età dell’oro (edito in Italia […]

  

Lo stoicismo di un pensiero senza padroni

L’insegnante ideale, l’ideale maestro, lo tratteggia Julian Barnes nel suo ultimo romanzo Elizabeth Finch (Einaudi, traduzione di Susanna Basso). Non ideale in senso assoluto. Bensì per i nostri tempi incerti, resi ancor più ingarbugliati dal predominio delle fake news, dal potere totalitario dei social, e dalla perfida e sottile prepotenza del politicamente corretto. Barnes ce lo dice con chiarezza: abbiamo tutti bisogno di Elizabeth Finch. La protagonista del romanzo? Non proprio. Semmai l’ossessione mentale dell’autentico protagonista: Neil. Gli amici e i parenti (che comunque gli vogliono bene) lo definiscono “il re dei progetti incompiuti”. Ed è tipico di un’anima in […]

  

“Ritorno al futuro” tra terrapiattisti e Chatgpt

Un classico è un libro che ha sempre qualcosa da dire. Lo abbiamo ripetuto più e più volte. La grande sfida è immaginare un futuro di classicità ai testi di oggi. Ovvero immaginare quanto sia universale il loro messaggio e quanto profondo il sottotesto, tanto da poter essere “pescato” e “sfruttato” dalle prossime generazioni di lettori. Queste perle rare spiccano in un mondo popolato da tanti testi che sono già invecchiati da un po’. E che a rileggerli al presente fanno vedere chiaramente tutte le proprie rughe e la propria inattualità. Poi ci sono quei testi che invece di invecchiare […]

  

Quei no che aiutano (lo scrittore) a crescere

Rileggendo Il pendolo di Foucault di Umberto Eco (Bompiani) ho trovato una delle più efficaci descrizioni della vanity press. La prima volta che lessi il romanzo ero un laureando. Da allora non solo è passato molto tempo ma ho anche accumulato molte esperienze professionali (anche in case editrici, oltre che in riviste e giornali). Allora forse, quando lo lessi per la prima volta, le descrizioni della Garamond e della Manuzio (le due case editrici che solleticano la vanità di improbabili autori di provincia), certi dettagli, certe spiegazioni, certi affreschi e descrizioni non mi aevano colpito più di tanto perché – […]

  

A scuola di scrittura da John Fante

Uno dei più efficaci motti della letteratura di tutti i tempi è il celeberrimo Carpe diem tratto da un’ode di Orazio. Che i più, peraltro, non ricordano dal tempo dei banchi di scuola ma dalla visione di un altrettanto celebre film di Peter Weir (L’attimo fuggente). Senza scomodare la settima arte, e tantomeno la poesia latina, c’è un romanzo dedicato proprio alla filosofia sottesa al motto oraziano. Si tratta di Chiedi alla polvere di  John Fante (letto nella traduzione di Maria Giulia Castagnone per le edizioni Marcos y Marcos). La sua lettura è raccomandata proprio a quanti faticano a rendersi conto […]

  

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