Faulkner ci salverà dai lettori pigri

Nel suo ultimo memoir (La storia da dentro, uscito per Einaudi pochi mesi prima della sua morte) Martin Amis si sfoga contro i lettori di oggi. E’ colpa loro, dice, se gli scrittori non osano. Il pubblico è diventato pigro e non accetta che romanzi di facile consumo. Questo sfogo mi è tornato in mente poche settimane dopo mentre ero intento a leggere il penultimo lavoro di Cormac McCarthy (Il passeggero, anche questo uscito per Einaudi e anche questo a pochi mesi dalla morte dell’autore). Un libro che, ho pensato, sarebbe piaciuto ad Amis. Un libro che è una sfida […]

  

La vita “adolescente” dello scrittore secondo Amis

James Boswell è stato un importante giurista e aforista scozzese del XVIII. La sua fama, però, è una fama di riflesso perché è conosciuto soprattutto per essere stato il biografo di uno dei più importanti scrittori inglesi: Samuel Johnson (che in fatto di aforismi resta un maestro insuperato).  La celebre Vita di Samuel Johnson (da noi pubblicata da Garzanti) non solo restituisce la personalità e l’esperienza letteraria di Johnson (critico, poeta e autore di un celebre dizionario) ma aiuta anche a capire come evolve la figura dell’intellettuale tra esperienza diretta e mediata (la formazione culturale). Quando la lessi mi colpì […]

  

C’è un tesoro nella prigione dei milionari di Hrabal

Succede. E anche spesso. Capita di frequente di interrogarsi sul testo che si ha di fronte? Sarà letteratura? Ci si chiede, a metà strada tra l’essere smarriti e l’essere interdetti. Perché spesso, e sempre più frequentemente, ci si imbatte in romanzi che non danno emozioni, non coinvolgono e non fanno riflettere. E soprattutto non stimolano pietas o altri sentimenti profondi. Questo accade perché lo scrittore (meglio dire lo scrivente) non si mette in gioco e non va al profondo della propria interiorità per far emergere suggestioni e idee di peso. Come dicevo, succede spesso. Ma non sempre. E nelle riletture […]

  

Così le confessioni di un grafomane diventano un romanzo imperdibile

Avete presente quella sensazione di frustrazione che ci assale ogni qual volta ci mettiamo a ripensare a un torto subito e a come lì, sul momento, abbiamo reagito?  Più passa il tempo e più sviluppiamo dentro di noi risposte e reazioni sempre più efficaci. Di certo migliori di quella che lì, sul momento, siamo stati in grado – “a caldo” – di esprimere. Perché quello che ci frega è l’impulsività, l’idea di risolvere tutto con la passione del sangue e la forza dell’indignazione. E questa cosa mi fa pensare che l’umanità si divida in due “sottospecie”: la prima è quella […]

  

Il mormorio notturno di Cormac McCarthy

Quando ho finito di leggere l’ultimo romanzo di Cormac McCarthy Il passeggero (Einaudi, con la traduzione di Maurizia Balmelli) mi è venuta in mente una fotografia che recentemente avevo visto sui social. Una fotocomposizione dove compariva i quattro di Liverpool con una scritta sopra la loro testa che recitava così: Sorry for raising the bar to high. Quella frase mi è infatti sembrata adattissima per McCarthy. O meglio per questo suo nuovo romanzo (prima parte di un lavoro che si completerà a settembre con la pubblicazione di Stella Maris). L’autore americano ha infatti posto decisamente troppo alta l’asticella. E per un lettore senza […]

  

Ho tradito Pennac per McEwan

Non posso esssere un buon editor. Non riuscirei mai a guadagnarmi da vivere decidendo la sorte di manoscritti. Non si tratta soltanto di competenza, di bagaglio professionale e culturale. Si tratta di fiuto e sensibilità. Cose di cui sono affatto privo. Prova ne è che ho bocciato un capolavoro. Senza appello e dopo solo poche pagine. Per fortuna ho l’abitudine di leggere fino in fondo i romanzi. Non mi sono mai fidato del consiglio, pur legittimo, di Daniel Pennac. Il lettore, sostiene il celebre scrittore francese, deve essere libero di non finire il romanzo che ha in mano. Perché non […]

  

La Storia? Una sequenza di momenti “fatali”

Su un recente volume della Treccani dedicato ai neologismi ho trovato questa definizione di storytelling: “Affabulazione, arte di scrivere o raccontare storie catturando l’attenzione e l’interesse del pubblico”. Sono andato a vedere questa voce  spinto dalla lettura di un piccolo capolavoro che mi è capitato, casualmente, tra le mani. Si tratta di Momenti fatali di Stefen Zweig (nella meravigliosa traduzione di Donata Berra per Adelphi). Il libro infatti racconta tredici episodi o personaggi “storici” e lo fa partendo esclusivamente dai fatti. Però ne fa dei suggestivi racconti che tengono il lettore incollato alla pagina. Zweig è celebre per la sua […]

  

Le parole “notturne” che illuminano la nostra libertà

“Le parole furono notte nella notte e noi fummo ombre”. Siamo a pagina 186 di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (edizione Einaudi). Parole che mi riconciliano con il libro che ho appena terminato di leggere. Una scelta casuale la mia (pescando a caso tra i classici del Novecento) che, all’inizio, dopo le prime pagine, mi aveva fatto pensare a una pesca sfortunata.  Con gli occhi di un lettore di oggi, magari distratto da mille cose e dalla velocità dei tempi di giudizio, stavo già per bocciare il giovane Vittorini (il libro lo ha scritto alla fine degli anni Trenta […]

  

Un campo di segale per Roth e Salinger

Leggere sotto Natale Nemesi di Philip Roth è quasi un atto provocatorio. Ma ovviamente arrivo a questa considerazione soltanto dopo aver chiuso il libro (la mia edizione è quella dei Meridiani a cura di Paolo Simonetti, con la splendida traduzione di Norman Gobetti). Ero convinto di averlo già letto. Ma forse mi sbagliavo. L’idea di un racconto ambientato in una piccola cittadina del New Jersey nella famosa estate del ’44, quando l’epidemia di polio toglieva la guerra dai titoli di apertura dei giornali, non mi era nuova. Magari Roth ci è tornato più volte sopra, vai a sapere? Però eravamo […]

  

Virginia Woolf e quella luce terapeutica

È una delle domande che sento più spesso quando si parla di romanzi e di letteratura: “Mi consigli un bel libro?” Domanda diretta e purtuttavia alquanto vaga. Capace soltanto di disorientare l’interlocutore. Magari il destinatario del consiglio offre qualche elemento in più (un giallo, una storia d’amore, un romanzo storico). Fino al momento della fatidica aggiunta: “un libro che mi aiuti” (si presume a superare un momento di crisi o semplicemente a passare nel miglior modo possibile il tempo). Il consiglio, quindi, dovrebbe essere una sorta di ricetta medica (dieci pagine della Austen dopo i pasti aiutano la digestione; Dostoevskj […]

  

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