Cosa rimane degli anni Settanta? Una bella canzone e brutti tradimenti

C’è una distanza siderale tra il Pablo della famosa canzone di Francesco De Gregori e il Pablo protagonista di una dei romanzi brevi che compongono il trittico Certe sere Pablo di Gabriele Pedullà (Einaudi). Eppure hanno raggiunto la propria “fama” negli stessi anni. Quegli anni Settanta  legati ormai indissolubilmente alla militanza politica, al terrorismo e alla patina ideologica che tutto avvolgeva in un abbraccio spesso soffocante. Il primo, il Pablo  del “Principe”, è una vittima. Un povero operaio emigrato, morto in un cantiere poco attrezzato. Il secondo è un capopopolo, un “primo della classe” che negli anni della “militanza obbligata” […]

  

L’aria di famiglia fa bene allo scrittore

E’ un lavoro da virtuosi: prendere un personaggio, il più letterario possibile, magari un accademico che passa il suo tempo a leggere i classici della letteratura francese e a discettare di cultura e letteratura sulle pagine di un prestigioso quotidiano, e a farlo irrimediabilmente scivolare in una spirale al fondo della quale non trova più la letteratura a salvarlo bensì la realtà molto concreta di una paternità mai desiderata ma non per questo meno meritata e meno onorata. E fare, comunque,  di questa caduta nell’abisso un trionfo letterario. Certo, non si salvano i luoghi comuni, né il pensiero woke e […]

  

Quando Piovene incontrò Dostoevskij

Qualcuno ha già sussurrato a mezza voce che i candidati allo Strega di quest’anno non sono all’altezza del premio. Mancano nomi importanti e soprattutto libri che abbiamo inciso con la loro pubblicazione nell’immaginario collettivo. E’ in queste circostanze che mi rallegro della mia scelta di leggere soprattutto classici, di affrontare, insomma, testi che hanno già superato la prova del tempo. Da poco, per esempio, ho concluso la lettura de Le stelle fredde di Guido Piovene (nell’edizione Meridiani Mondadori curato da Clelia Martignoni). Questo libro, uscito nel 1970, ha vinto il Premio Strega, superando in finale La meccanica di Carlo Emilio Gadda.  […]

  

Sotto la luna aspettando i falò con Pavese

Siamo tutti d’accordo che i romanzi di formazione sono imprescindibili. Romanzi adatti a tutti. Indicati, ovviamente e soprattutto, per i giovani. Efficaci, però, anche per chi giovane non si sente più. Indicano, come sappiamo, un percorso di crescita. Raccontano la lenta ma inesorabile conquista della coscienza della realtà e del sé. Ci suggeriscono itinerari, ci disvelano segreti e soprattutto offrono esempi cui confrontarsi. Perché di questo soprattutto si ha bisogno quando si legge: conquistare il nome delle cose e dei sentimenti per poterli governare meglio per poterli sfruttare meglio. Terminata la lettura de La luna e i falò, però, mi sono […]

  

Gillo Dorfles e il pelo dell’uovo

Sono entrato in quell’età in cui s gode di più nella lettura di libri di memorie che in quella di romanzi. Questi ultimi sono sempre la mia grande passione ma, una volta che nella grande libreria dei classici si è ridotta la quota dei non letti, trovare idee nuove e stimoli forti è sempre più difficile. I libri di memorie offrono, invero, sempre grandi soddisfazioni. Ovviamente devono uscire dalla penna di chi ha “vissuto”. Per attirare l’attenzione devono arrivare da chi si è distinto in qualche campo ed ha attraversato la Storia con passo appassionato e con curiosità per la […]

  

Un’impepata di cozze sull’Himalaya

Anche con i libri si possono fare affari. Io, per esempio, ho comprato un libro per soli 40 centesimi. Un libro usato, ovviamente. In una bancarella. Appena 116 pagine. Eppure densissime. Un libro che vale mille volte il prezzo pagato. Perché? Una domanda apparentemente semplice. Che, tuttavia, richiede una risposta articolata. Perché rispondendo a questa semplice domanda offro, indirettamente, una risposta anche alla domanda “cos’è la letteratura?”. E cioè quel complesso di parole che usato in economia offre il massimo di senso possibile. Un senso praticamente inesauribile, fatto di rimandi e allegorie. Sulle tracce di Nives (Mondadori, 2005) è stato […]

  

“Ritorno al futuro” tra terrapiattisti e Chatgpt

Un classico è un libro che ha sempre qualcosa da dire. Lo abbiamo ripetuto più e più volte. La grande sfida è immaginare un futuro di classicità ai testi di oggi. Ovvero immaginare quanto sia universale il loro messaggio e quanto profondo il sottotesto, tanto da poter essere “pescato” e “sfruttato” dalle prossime generazioni di lettori. Queste perle rare spiccano in un mondo popolato da tanti testi che sono già invecchiati da un po’. E che a rileggerli al presente fanno vedere chiaramente tutte le proprie rughe e la propria inattualità. Poi ci sono quei testi che invece di invecchiare […]

  

A scuola dalle marmotte di Ammaniti

Un’alleanza fruttifera è quella che lega la biologia (o forse più precisamente l’etologia) alla letteratura. Chi è bravo a usar le parole può fare molto se riesce a dare corpo a metafore e allegorie che, come brillanti didascalie, sfruttano i comportamenti animali e le universali leggi della scienza. Se poi oltre ad usare bene le parole è un campione nell’arte del raccontare, se insomma è talentuoso fabulatore, alla fine il lettore rimarrà contento. Avrà letto un bel libro e avrà capito molto del genere umano (che prende a piene mai dai vari sottogeneri per definire il suo comportamento, i suoi […]

  

Le parole “notturne” che illuminano la nostra libertà

“Le parole furono notte nella notte e noi fummo ombre”. Siamo a pagina 186 di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (edizione Einaudi). Parole che mi riconciliano con il libro che ho appena terminato di leggere. Una scelta casuale la mia (pescando a caso tra i classici del Novecento) che, all’inizio, dopo le prime pagine, mi aveva fatto pensare a una pesca sfortunata.  Con gli occhi di un lettore di oggi, magari distratto da mille cose e dalla velocità dei tempi di giudizio, stavo già per bocciare il giovane Vittorini (il libro lo ha scritto alla fine degli anni Trenta […]

  

Non si finisce mai di imparare

“ – Che città di merda – dice uno di noi, spezzando il silenzio. – Ma quanto è bella – ”. Si chiude così il libro Racconti romani di Jhumpa Lahiri (edito da Guanda). Si chiude con una sentenza. Che non spiega molto in verità. E che giudica soltanto in parte.  Una frase che coglie lo stato d’animo degli abitanti di questa città condannata ad essere eterna nella sua precarietà. Roma è protagonista, ovviamente. Come lo fu nell’altro volume che porta lo stesso titolo. Nel libro di Alberto Moravia (uscito nel 1954), però, Roma è una quinta quasi riconoscibile ma […]

  

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