Metti Gogol’ a piazza Vittorio

La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo Le anime morte di Nikolaj Gogol’ è una leggenda metropolitana che negli anni Novanta serpeggiava nelle nostre grandi città. Riguardava i cinesi. Questa leggenda metropolitana li descriveva come immortali. Nel senso che nessuno di loro moriva ufficialmente perché i suoi documenti erano necessari per altri che sarebbero arrivati più o meno clandestinamente dopo di lui. E la controprova di questo ragionamento era la semplice e ingenua domanda: “Hai mai visto il funerale di un cinese?” Personalmente no. Ma non ho mai visto nemmeno il funerale di un neozelandese, di un […]

  

Il filatelico di via Arenula è la migliore invenzione di Malerba

La vittoria di Helena Janeczek al Premio Strega con il romanzo La ragazza con la Leica (Guanda) è stato salutato non soltanto come l’affermazione di una scrittrice dopo tanti anni, ma anche come l’affermazione del testo più sperimentale tra quelli in concorso. Soprattutto quest’ultima constatazione mi porta a pensare a Luigi Malerba che il Premio Strega non l’ha mai vinto. A cinque anni dalla scomparsa dello scrittore emiliano, arriva in libreria Sull’orlo del cratere (Mondadori), raccolta di racconti cui l’autore stava lavorando prima di morire. Giochi linguistici, capovolgimenti di senso, “paradossi irresistibili” che segnano la cifra della poetica e del […]

  

Così “Infinite Jest” ha previsto Netflix e Spotify

Avete presente le leggendarie pescatrici di perle giapponesi? Quelle donne che, seguendo una tradizione antica, si gettano nella acque di Toba (a metà strada tra Osaka e Tokyo) per cercare perle sul fondo marino? Lo fanno in apnea. Quindi trattengono il respiro, sopportano una lunga e pericolosa discesa in acque non sempre limpide, e alla fine risalgono stringendo tra le mani un tesoro. La lettura di Infinite Jest di David Foster Wallace mi ricorda esattamente quella pratica. Perché bisogna nuotare in apnea lungo questo sterminato testo (1434 pagine, note comprese, nella prima edizione curata da Edoardo Nesi per Fandango nel […]

  

Un campanile per salvare la memoria

Te lo trovi sulla destra quando sali in macchina da Malles. Il vecchio campanile di Curon svetta nell’azzurro del bacino solo leggermente increspato dal vento. Un elemento disturbante cui però l’occhio del turista o del villeggiante si abitua in fretta. Intorno trova soltanto barche a vela, carovane di turisti e fanatici del nord walking che ambiscono a raggiungere Passo Resia. Dietro la pace che trasmette il silenzio del lago artificiale, dietro lo sguardo placido dell’Ortles, nessuno può oggi immaginare quante sofferenze, quante tragedie si siano consumate settant’anni fa da quelle parti. Ecco perché leggere Resto qui, l’ultimo romanzo di Marco […]

  

Bassani, gli etruschi e le merendine confezionate

Questo è il resoconto di una sconfitta. La nostra. Abbiamo perso la memoria. E abbiamo perso la capacità di portare i nostri figli a seguire le nostre tracce, soprattutto quando abbiamo la convinzione  (la presunzione?) che siano scavate nella giusta direzione. Questo resoconto porta ad una conclusione amara: i tredicenni di oggi non riescono a leggere quei romanzi che ci hanno formato come uomini e come cittadini quando, 30 o 40 anni fa, avevamo la loro età. Ma andiamo con ordine. I professori di italiano di una scuola media si sono messi d’accordo e hanno assegnato ai loro studenti di […]

  

Sommersi e salvati, l’eterno dubbio di chi stila classifiche

Sui social è la moda del momento. Le classifiche stanno invadendo ogni spazio di dibattito e confronto. I primi dieci film, i primi dieci dischi, i primi dieci attori…. e soprattutto – per quel che ci riguarda – i primi dieci libri. Ma non solo. C’è chi restringe il campo: i primi dieci romanzi. E giù giù fino ai primi dieci romanzi italiani dal ‘45 a oggi. Mi sono imbattuto pochi giorni fa nel risultato di un gioco di società consumato tra scrittori affermati e addetti ai lavori. Riuniti di fronte a un tavolo per una cena tra amici, si […]

  

Lalla Romano e quel titolo troppo “poetico”

Esistono libri che hanno titoli respingenti. Che non ti fanno venire voglia di essere presi e letti. Libri che, come Le parole tra noi leggere di Lalla Romano, prendono in prestito il verso di una poesia (in questo caso di Eugenio Montale). Libri che sembrano affidare il proprio destino a slogan pubblicitari.  Questo genere di titoli andava tanto di moda qualche decennio fa. Il libro della Romano, per esempio, è uscito nel 1969 (per Einaudi). Ed ha avuto un grande successo di pubblico e non solo. Ha vinto anche il premio Strega. Mi sono trovato a leggerlo semplicemente perché era […]

  

Così Bolaño sfida la pazienza dei farmacisti colti

C’è un romanzo la cui lettura mi ha precipitato in una sorta di cilindro rotante. Attraversare le pagine di 2666 di Roberto Bolaño (Adelphi, traduzione di Ilide Carmignani) è come sentirsi mancare il terreno sotto i piedi, come salire sulle montagne russe. Meglio ancora: come salire su delle montagne russe dentro un labirinto. Se questa “diavoleria” fosse possibile, sarebbe la perfetta metafora dell’ultimo grande romanzo dello scrittore cileno. Un’opera straordinaria. La fatica che costa al lettore è ampiamente ripagata. Perché a ogni pagina c’è un abisso narrativo in cui precipitare. I personaggi principali lasciano volentieri il campo a centinaia di figuranti […]

  

La voce di Sandro Ciotti è diventata un romanzo

Se fatta bene, se compiuta con passione, la radiocronaca di una partita di calcio può essere un’esperienza altamente letteraria. Ci sono radiocronache (mi vengono in mente, per esempio, quelle di Sandro Ciotti) che possono reggere tranquillamente il confronto con i più bei passi dei Promessi Sposi. Oggi, purtroppo, le radiocronache hanno ceduto il passo alla televisione. Ormai tutti i canali, soprattutto quelli della pay-tv, propongono partite a tutte le ore per tutti i giorni della settimana. Con giornalisti che non hanno bisogno di raccontare quello che vedono. Soprattutto non hanno bisogno di essere chiari e precisi. Accanto a loro, spesso, […]

  

Se il romanzo di formazione corre a ritmo di jazz

“La cosa più radicale che una donna possa fare è vivere”. Siamo a pagina 220 del romanzo La vita che non vedi di Kim Echlin (Einaudi). A parlare è Katherine una delle due protagoniste della storia. E’ al telefono con l’altra protagonista: Mahsa. Le sta chiedendo di raggiungerla a New York. C’è la possibilità di suonare insieme. C’è la possibilità di coronare un sogno, cullato e coltivato per tutta una vita. Di fronte agli eventuali dubbi dell’amica, le ricorda che ormai è una donna emancipata, affrancata anche dal ruolo di mamma (visto che i figli sono cresciuti).  E poi chiude il […]

  

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