L’eroe libertino della Primavera di Praga

Il classico appartiene alla categoria dell’eterno ritorno. Si nutre di miti, di tradizioni, di canoni. Per poter illuminare la strada anche ai più distratti viandanti, pardon: lettori. Un lettore può però non essere distratto ma vorace e quindi – col tempo – ha bisogno incontrare di nuovo quel classico per riprendere quel mito, quell’allegoria, quell’ammonimento, quella universale descrizione e sintesi che possono aiutarlo a tenere ben alta la luce davanti ai suoi occhi. Ecco perché, di tanto in tanto, torno su classici già letti. O a quelli che ho finito per chiamare tali grazie a ripetute letture. Come L’insostenibile leggerezza […]

  

Cronaca felice di una infelice catastrofe

Non so se vi capita. A me succede spesso negli ultimi anni. Guardo a quello che succede e vi vedo segni ed epifanie del tramonto di un’epoca. Difficile avere uno sguardo da “storico” quando si è testimoni contemporanei. Accade, però, che il cronista lasci il posto allo “storico” intuendo passaggi epocali. Negli ultimi anni avevo pensato, come un passaggio epocale, al covid. Così come allo scoppio della guerra in Ucraina e alla reintroduzione dei dazi. Leggendo La cripta dei cappuccini di Joseph Roth (nell’edizione Adelphi tradotta da Laura Terreni) mi sono imbattuto in un personaggio – il protagonista –  che […]

  

In pasticceria con Elias Canetti

Ci sono libri nati per supportare un’idea. Nel nostro caso un’idea decisamente robusta: la lingua come più prezioso strumento per riconoscersi e per raccontare il mondo. Ci sono libri che si distinguono per l’amorevole sapienza con cui l’autore racconta di sé e della nascita della sua vocazione di scrittore. E ci sono infine libri che restituiscono al meglio il sapore di un epoca attraverso le testimonianze piene di nostalgia raccolte nelle sue pagine. Si può scegliere quale tipo di libro si vuole prendere in mano. Nel caso, però, si sia indecisi e, come di fronte a una vetrina piena di […]

  

Schnitzler “tradito” per troppa fretta

Cosa ci spinge a prendere in mano un libro? O meglio un classico della letteratura? In età giovanile spesso è una sorta di “dovere” interiore a spingerci. Il bisogno, quasi, di colmare vuoti e di mettersi ai ripari dalle continue allusioni che gli adulti fanno a proposito di quei testi. In ogni altra età della vita è la curiosità. E questa a sua volta è generata da tanti accadimenti. Non ultimo la citazione che di quella opera viene fatta da una auctoritas. Con il cui termine in realtà oggi si intendono purtroppo soltanto gli influencer. C’è stato un tempo, però, […]

  

La Storia? Una sequenza di momenti “fatali”

Su un recente volume della Treccani dedicato ai neologismi ho trovato questa definizione di storytelling: “Affabulazione, arte di scrivere o raccontare storie catturando l’attenzione e l’interesse del pubblico”. Sono andato a vedere questa voce  spinto dalla lettura di un piccolo capolavoro che mi è capitato, casualmente, tra le mani. Si tratta di Momenti fatali di Stefen Zweig (nella meravigliosa traduzione di Donata Berra per Adelphi). Il libro infatti racconta tredici episodi o personaggi “storici” e lo fa partendo esclusivamente dai fatti. Però ne fa dei suggestivi racconti che tengono il lettore incollato alla pagina. Zweig è celebre per la sua […]

  

Bagnarsi nel “fiume” arbasiniano dell’opera aperta

Come è vero che non ci si bagna mai nello stesso fiume, altrettanto vero è che non si rilegge mai lo stesso libro.  Soprattutto se è un buon libro, aggiungerei.  Soprattutto se è un classico. I classici, infatti, hanno sempre qualcosa da insegnare. Lo si è detto mille volte: sono quei libri che parlano a tutti e che superano la prova del tempo. Però la frase “non si rilegge mai lo stesso libro” ha un significato anche più semplice. L’americano Stanley Fish nel 1980 pubblico il saggio C’è un testo in questa classe? L’interpretazione nella critica letteraria e nell’insegnamento (pubblicato […]

  

Ma come parlava Bertrand Russell?

Non si vive di soli classici. I grandi libri restano il faro più luminoso nella tempesta della vita. Si ha bisogno, però, anche di altro. Per esempio dei memoirs. Soprattutto di quelli scritti da premi Nobel che non hanno peli sulla lingua quando si trovano a riempire le pagine dei propri diari. Non si può, infatti, non sapere che in tutti gli scritti (anche quelli occasionali) gli autori e i “nomi noti” si trattengono e si autocensurano almeno un po’.  Perché “non si sa mai”. La verità è nel verso poetico, nella prosa lirica e sicuramente nel tuffo dell’abisso dal […]

  

Joseph Roth e la pazienza “miracolosa”

Nell’attesa che la pandemia si trasformi in una più innocua influenza endemica bisogna maturare dentro di noi una forte dose di pazienza. La “pazienza di Giobbe“ con cui sopportare ristrettezze, regole ferree, distanziamento sociale e mascherine. In un simile “clima” può essere utile, infatti, rifarsi alla celebre figura biblica. Magari attualizzata come quella proposta da Joseph Roth nel romanzo che prende il nome proprio dal celebre patriarca le cui virtù ed esempio sono esaltati dalla Bibbia. Mi è capitato in mano in questi giorni l’ultima edizione di Giobbe, la diciannovesima che Adelphi ha mandato in stampa da quando, nel 1977 […]

  

Una torre d’avorio sopra le macerie del senso comune

Immaginiamo un gaudente invitato nella cucina di un grande cuoco. Questi non solo rivela i segreti della propria arte ma, in un afflato di generosità, mostra alcuni piatti arrivati dai suoi più illustri colleghi.  Li fa assaggiare al felice, fortunato e goloso gaudente e poi racconta nei dettagli come e perché si è arrivati alla “sintesi” del piatto. L’uomo seduto a tavola assaggia tali prelibatezze mentre accanto a lui, con voce morbida e profonda lo chef racconta la genesi del piatto e la ragione della scelta degli ingredienti. Non credo che per gli appassionati della tavola ci possa essere qualcosa […]

  

Sotto le dita di Glenn Gould tutti soccombiamo

Ho appena finito di rileggere Il soccombente di Thomas Bernhard (Aldephi). E la prima cosa che ne ho ricavato è un dubbio. Chiuso il libro ho iniziato a dubitare che la lettura sia un’attività solitaria. Può esserlo, certo. Può però non esserlo. Perché dal confronto con altri lettori sullo stesso testo si possono ricavare spunti “esegetici” affato imprevisti. Di sicuro il loro punto di vista è molto diverso dal nostro e uno scambio non può che arricchirci. Se sono tornato sopra le celebri pagine di Bernhard lo devo a Gaja Lombardi Cenciarelli. La nota scrittrice e raffinata traduttrice (Wharton e Atwood, […]

  

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