La sindrome da rientro dalle vacanze: i consigli per sconfiggerla
Apatia, mancanza di concentrazione e malumore; irritabilità, cefalea, insonnia o problemi digestivi. Gli esperti parlano di “Post vacation blues” o sindrome da rientro per definire quell’insieme di sintomi che si presentano e che caratterizzano la risposta psico-fisica che sopraggiunge al ritorno alla quotidianità, fatta di lavoro ma anche di impegni familiari quindi responsabilità, orari predefiniti, ritmi incalzanti, preoccupazioni e doveri, diversa dai ritmi rilassati della vacanza che ci siamo appena lasciati alle spalle. Per carità, nulla di male, visto che in genere queste condizioni hanno una durata di qualche giorno. Peccato, però, che possano condizionare la nostra salute. “Ci sono già diversi studi in tal senso – conferma Marco Iosa Professore al Dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma e Responsabile dello SMART Lab dell’ Ospedale IRCCS Fondazione Santa Lucia – Il legame corpo-mente è complesso e in un approccio biopsicosociale, come quello suggerito dall’OMS, bisogna considerare le modifiche biologiche indotte dall’attività fisica a livello sia del sistema nervoso centrale che degli altri sistemi, lo sviluppo di competenze e l’interazione sociale che spesso l’attività fisica porta con sé”.
Avete mai sentito parlare di embodimetria? L’embodimetria prevede un approccio personalizzato su ogni singolo individuo, ma grazie ai test effettuati su un campione di oltre 500 soggetti, con una strumentazione tecnologicamente avanzata disponibile nei lab di Embodimetria in tutta Italia, è possibile indicare esercizi e buone pratiche in grado di rendere meno traumatico il rientro in ufficio. “Bastano 5 minuti giornalieri e sono esercizi semplici, che si possono eseguire in ogni ambiente: casa, ufficio, mezzi di trasporto” aggiunge Andrea Chellini Bodyworker del Movimento che ha effettuato test su atleri, manager, e su persone con problematiche legate a forti stati di ansia.
Ecco alcuni consigli da mettere in pratica:
- Respirazione del coccodrillo: consiste nella respirazione profonda sia in escursione diaframmatica (muscolo della respirazione), che in ambito di influenza emotiva. Respirare con un ritmo trifasico dal naso, con pausa intermedia, ci consente di coinvolgere la parte del sistema nervoso che regola e media lo stress e l’ansia. Ripetere i cicli per 10-20 volte che consistono in 1′.30″ – 3′. La posizione da assumere, se possibile è sdraiato prono a terra, mani sotto la fronte. Altrimenti seduto o in piedi con la posizione di up-right che è specificata nel punto 2.
- Up-right: posizione di postura antigravitaria che consente di scaricare a terra le energie incamerate. Assumere posizione eretta. Il mento arretra come un cassetto che si chiude. La parte posteriore apicale della testa preme verso il soffitto, come se ci stessimo autoallungando. Le ginocchia si sbloccano, piegandosi leggermente. Si avvertirà da subito una diversa pressione dei piedi a terra e un cambiato modo di respirare, più in linea verso il centro dei piedi. Mantenere la posizione respirando lentamente e guardando davanti.
- Camminarequanto possibile, all’aria aperta facendo focus sulla respirazione in coordinazione con il passo. Porre l’attenzione sugli atti di inspirazione ed espirazione che devono essere contati entrambe. Contare 3 in inspirazione, contare 3 in espirazione. Coordinare il movimento di braccia e gambe con il respiro e immaginare di sintonizzarli come se si fosse su una barca nel mare: nel momento in cui inspiro la barca cavalca l’onda e muovo 3 passi, nel momento in cui espiro la barca scende l’onda e muovo gli altri 3 passi.