Stramilano, il giorno dopo
[photopress:stra1.JPG,thumb,pp_image][photopress:stra2.JPG,thumb,pp_image][photopress:stra3.JPG,thumb,pp_image][photopress:stra4.JPG,thumb,pp_image]Per me è’ andata come è andata, cioè male. Ma non importa. Oggi ho <corricchiato> e già la testa è alla maratona di Torino dove cercherò rivincite. Il giorno dopo la 38ma Stramilano però mi sembra giusto fare un paio di riflessioni più generali. Cinquantamila iscritti alla 10 chilometri e più di seimila alla mezza maratona sono la <prova> che a Milano c’è un sacco di gente che ha voglia di correre. Roma esclusa, non credo ci sia una città che possa vantare numeri simili. Ma il discorso vale solo per la Stramilano che è diventata una corsa ormai accettata e sostenuta dagli amministratori. Un <evento>vero, perfettamente organizzato, che ha saputo adattare i suoi percorsi senza per questo nascondersi in periferia per non dar fastidio. Così bene ha fatto, ad esempio, l’assessore Giovanni Terzi a battersi perchè la partenza (e gli stand) della gara dei 50 mila avvenisse dal Duomo. Bene hanno fatto i politici da Formigoni, a Rossoni a Rizzi a Lupi a mettersi un pettorale e correre. Bene ha fatto Linus a correrla anche se sponsorizzata da una radio che non è la sua. E bene hanno fatto i milanesi a non <incazzarsi> più di tanto seppur imbottigliati in qualche tratto della città. L’ho già scritto nel post di ieri: c’è la sensazione che qualcosa stia cambiando in meglio. Ma il timore è che questa tolleranza sia circoscritta a questa <classica> di primavera e non ad altre gare. Spero di sbagliarmi, vedremo.