Il ministro Alfano alla maratona: merita un lodo. Pardon una lode
[photopress:alfano1.JPG,thumb,pp_image][photopress:alfano2.JPG,thumb,pp_image][photopress:alfano3.JPG,thumb,pp_image][photopress:alfano4.JPG,thumb,pp_image][photopress:alfano5.JPG,thumb,pp_image]<Non quest’anno, non sono pronto. Ma nel 2010 correrò a New York. E’ il regalo che mi faccio per i miei quarant’anni>. Firmato, il Guardasigilli. Stamattina il ministro Angelino Alfano era sulla pista del XXV aprile a Milano per fare i test pre maratona con l’equipe del dottor Rosa. Con lui c’erano il vicepresdiente della camera Maurizio Lupi, lo staff di Run4Mi ed altri deputati di cui sinceramente mi sfugge il nome. L’altra mattina il mio direttore mi aveva chiesto di andare lì e seguirlo come un’ombra perchè voleva il pezzo che esce domani sul Giornale e io così ho fatto. Devo essere sincero ci sono andato un po’ prevenuto perchè Alfano non lo conoscevo, l’avevo solo visto in tv e mi sembrava, come ruolo gli impone d’altronde, molto formale e <ingessato>. Mi ha sopreso, lo ammetto. D’accordo che in pantaloncini e scarpe da corsa ci sentiamo un po’ tutti della stessa tribù ma il ministro è stato disponibilissimo. Ha la gentilezza un po’ antica tipica dei siciliani ( è di Agrigento), non si dà un granchè di arie e poi non me lo aspettavo così giovane. Ha fatto i test con gli allenatori del centro marathon e, parole di Gabriele Rosa, che è uno che di Maratona può scrivere un trattato <se si allena un po’ la fa in 3 ore e 40….>. Vedremo. Per chiudere un’altra cosa che mi ha colpito in questa mattinata. Gli ho chiesto dove si allena e, un po’ rassegnato, mi ha detto <fondamentalmente sul tappeto>. Ovvio ho pensato, é il ministro della Giustizia e avrà un’agenda fittissima che gli detta i tempi della giornata quindi non è che può permettersi di correre un paio d’ore quando vuole e dove vuole. Poi però mi sono guardato intorno e ho capito che il guardasigilli è costretto a correre sul tappeto anche per un altro motivo. Senza dare troppo nell’occhio intorno alla pista del XXV Aprile c’erano quattro poliziotti in borghese, armati e con tanto di auricolare. Il <loro> ministro correva e loro tenevano d’occhio chi gli girava attorno. Sempre così, senza perderlo d’occhio un secondo.