Cristian, un ironman assolutamente normale
Ironman, chi era costui? Io il nome sono riuscito a darglielo. Si chiama Cristian, è di Salerno, ha una passione smisurata per lo sport, lavora, dedica una parte del suo tempo alla causa di Smarathon ed è un amico con cui ho condiviso mezze e maratone. Un ragazzo, diciamo così nonostante qualche annetto ce l’abbia pure lui, assolutamente normale, non uno che lo vedi e pensi a Robocop. Però, come dicono dalle sue parti è “capatosta”. Si era messo in testa di passare dalla maratona al triathlon e così ha hatto e poi aveva scommesso ( soprattutto con se stesso) che avrebbe finito un ironman. Missione compiuta, qualche mese fa all’isola d’Elba. Non è stata una passeggiata e non poteva esserlo e credo che si intuisca dalla e-mail che mi ha spedito. Eccola.
” Emozione, ansia ma anche il dubbio di cosa mangiare. I maratoneti si caricano di carboidrati il giorno prima della gara, ma gli ironman quanti kg di pasta dovrebbero mangiare? Preferisco non esagerare e dedicarmi al riposo, la sveglia è fissata per le 5 di mattina perché la zona cambio sarà aperta dalle 05:45 alle 06:55 > Ci siamo. Esco dall’albergo in ciabatte , muta e con il casco da bici in testa con tutto il necessario per la gara, non puoi dimenticare nulla e devi inserire obbligatoriamente le attrezzature nelle sacche da gara: integratori, ricambio per bici e corsa, le scarpe. Se ti dimentichi qualcosa sono guai e se ti va male rischi anche la squalifica. E così all’ansia di ciò che sta per capitarmi si aggiunge l’ansia per ciò che non vorrei mi capitasse. Finalmente si parte alle 07 in punto il mare è piatto però non c’è molta luce e le boe direzionali del tragitto praticamente non si vedono. Due 2 giri in acqua aperte all’alba, una sensazione davvero strana, 3,8 km di nuoto in 1h 16’ . Mi sento in grande forma e fortunatamente la frazione che temevo di più è già alle spalle, corro verso la bici, trovo la mia sacca e mi cambio nella tenda per mettermi nei panni del ciclista e via subito in sella. Il primo giro del percorso lo faccio in apnea, il secondo mi riesce meglio perché inizio a mangiare e recupero forze, ora inizia la gara siamo a 120km e devo ne affrontare ancora 60. Non finisce più. Prendo i ristori personali che mi ha preparato la mia
dolce metà e stringo i denti, non mollerò mai a costo di spingere a piedi la bicicletta. Chiudo la frazione ciclistica di 180km in 8 ore e inizio a sorridere perché la gara è tutta in discesa. “Sono un maratoneta incallito- penso tra me e me – la parte finale di 42km saranno una passeggiata…>. Purtroppo non è così. Avevo sottovalutato che iniziare una maratona dopo 9 ore di fatica è una bella sfida e che il muro non si sarebbe presentato al 30°km . Infatti, passo al 1°km e credo di aver avviato il cronometro in ritardo perché il ritmo segna 07’30’ al km. Ma non c’è nessun errore. Pensavo di correre invece camminavo. Dovevo percorrere 5 giri in circuito per finire la maratona e dopo 3km il classico muro era piombato tutto sulle gambe. Incredibile. davanti a me ancora 39 chilometri. Dopo 2 ore di leggerissima corsa ho perso la percezione spazio tempo, non sapevo dove ero e cosa facevo però la mia mente mi portava verso il traguardo. Alla quarta ora mi sono ripreso ed ho iniziato a correre veramente, ad ogni giro ti fornivano un bracciale da indossare per ricordarti il numero di passaggi, vedo il mio polso e conto quattro braccialetti allora come di incanto mi tornano le forze e dopo 5h18’ arrivo al traguardo in 15 ore e 01 minuti . Mi danno la medaglia, la maglia di finisher , sono molto contento non sento neanche la fatica e sono soddisfatto perché le persone mi chiedono cosa significchi quella scritta sulla maglia,” SMARATHON “ Posso raccontare la storia di una grande amicizia e delle sfide di tutte le persone che affrontano imprese impossibili ogni giorno superando mille barriere e difficoltà.”