La nube islandese sulla maratona di Londra
Non ho ancora capito se il blocco dei voli per la cenere del vulcano islandese sia stata un’emergenza vera, una grossa bufala o metà e metà. Resta il fatto che per molte persone è stato un incubo. Solo a Milano, che è la città di cui mi occupo dalle pagine del Giornale, sono rimasti bloccati migliaia di passeggeri. Costretti a bivaccare tra Malpensa, Linate e stazione Centrale. Un caos vero, questo sì, che oltre ai disagi per chi è rimasto a terra ha provocato un bel danno economico a chi viaggiando lavora. Un dato, che ci ha comunciato ieri la Camera di Commercio: alle aziende della provincia milanese tre giorni di blocco sono costati più o meno 40milioni, che non sono proprio noccioline. Ma perchè parlo della nube islandese su un blog che si occupa di sport? Perchè è costata cara anche agli organizzatori della Maratona di Londra. Il comitato ha dovuto sborsare circa 170mila euro per portare in Gran Bretagna gli atleti bloccati dal caos dell’ultima settimana. Gran parte della spesa sostenuta dagli organizzatori è stata impiegata su un charter da 130mila euro organizzato a Nairobi, in Kenya, per il campione in carica Sammy Wanjiru ed altri specialisti africani.