Quando la maratona è da cineteca
La corsa può essere anche un pezzo da cineteca. Senza esagerare ovviamente e senza prendersi troppo sul serio che è sempre una buona regola. Detto ciò mi piace segnalare che dalla collaborazione tra la Cineteca Italiana e teatro Elfo Puccini di Milano è nata una proposta che porterà nelle sale cinematografiche dello spazio Oberdan a Milano due film che hanno come humus proprio quello della maratona e della capacità di misurarsi con un’impresa. “Gioventù, amore e rabbia” e “All will be well/ Andrà tutto bene” si ispirano entrambi al tema della sfida, quella con se stessi ma anche in senso più largo con il proprio destino o con l”autorità attraverso la realizzazione di un’impresa fisica. Il primo è un classico del Free Cinema inglese in cui rabbia e carica sovversiva vengono espresse attraverso la corsa. Il secondo è un “piccolo” film polacco, indipendente e mai distribuito in Italia nel quale la corsa stessa diventa il simbolo della resistenza fisica e soprattutto morale di un ragazzino che mosso dalla fede e dalla propria determinazione, sfida il proprio drammatico destino. Sono cinque appuntamenti il cui spunto è stato fornito dallo spettacolo teatrale “Maratona di New York” andato in scena all’Elfo Puccini nel maggio scorso, interpretato e diretto da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano (da un testo di Edoardo Erba). E’ uno spettacolo bello e atipico: un palco spoglio, un grande schermo sul fondo, due attori in scena, che per oltre un’ora corrono sul posto – si allenano per l’appuntamento newyorkese – e nel frattempo si raccontano la vita, passata e futura, si fanno domande su ciò in cui credono, si pongono dubbi, si confessano incertezze. Ha scritto Cristian Giammarini: «L’azione fisica è insistita e assolutamente reale, con accelerazioni e rallentamenti, sorpassi, addirittura una caduta, e condiziona progressivamente il battito cardiaco e il respiro; a poco a poco cuore e polmoni ne sono invasi, la faccia è lucida, si suda, i vestiti si bagnano e cambiano colore, i polpacci crepitano, il fiato si fa corto. (…) Così recitare diventa più facile, naturale. A questo punto non è più necessario per l’attore preoccuparsi di un’intonazione, del senso di una pausa, e ancor meno della postura fisica. (…) Tutto è in qualche modo generato e governato dall’azione fisica della corsa”
LE PROIEZIONI ALLO SPAZIO OBERDAN ( viale Vittorio Veneto 2)
Sa. 5 giu. (h 17.15)/Do. 6 giu. (h 19)/Gio. 10 giu. (h 19) “All will be well/ Andrà tutto bene”
Sa. 5 giu. (h 19)/Me. 9 giu. (h 21.15) “Gioventù, amore e rabbia – La solitudine del maratoneta”