Dodici maratone legate insieme da un filo rosso, anzi blu perchè si tratta di mare. E’ nata la «Mediterranean Marathon League», la lega delle maratone delle città dell’area del Mediterraneo. Un’idea, partorita dagli organizzatori della maratona di Roma, che non è solo simbolica. Permetterà infatti  a queste gare di collaborare tra loro, scambiarsi esperienze e, perchè no, atleti ed appassionati. Le prime azioni concrete saranno: collaborazione tecnica sulla progettazione dei percorsi; il coinvolgimento dei top atleti e facilitazioni per gli amatori; ricerca di partner e sponsor commerciali e istituzionali interessati al sostegno dell’area del Mediterraneo; promozione comune negli expo e nei materiali pubblicitari di ciascuna maratona. Un altro successo, dunque, per i dirigenti della gara capitolina che hanno dato l’impulso iniziale a questo a cui hanno aderito le maratone di Venezia e Bari per l’Italia, Cipro, Nizza-Cannes (Francia), Beirut (Libano), Istanbul (Turchia), Lisbona (Portogallo), Zagabria (Croazia), Luxor (Egitto), Tindout Algeria), mentre sono in attesa di conferma le maratone di Barcellona (Spagna), Atene (Grecia), Marrackesh (Marocco), Tunisi (Tunisia), Damasco (Siria), Podgoricki (Montenegro) e La Valletta (Malta). Primo presidente della Mediterranean Marathon League è stato votato all’unanimità Enrico Castrucci, presidente della Maratona di Roma, vice presidenti Antonio Campos (Portogallo) per l’Europa, Marc Dickinson (Beirut) per l’Asia e Laura Chiodo (Luxor) per l’Africa. Lo spirito dell’iniziativa è quello di promuovere lo scambio di esperienze professionali sul piano del management dell’evento maratona, e in particolare per quanto riguarda l’aspetto tecnico, turistico e del marketing. «Le città dell’area mediterranea – ha spiegato  Castrucci – sono caratterizzate da convergenze culturali, quindi è stato fisiologico creare un rapporto sinergico basato sull’amicizia e lo scambio di esperienze comuni. L’obiettivo è quello di dare ulteriore slancio turistico attraverso lo ’strumentò maratona, cercando di creare una valida alternativa alla tradizionale egemonia delle maratone statunitensi e del nord Europa».