C’era un ragazzo in mountainbike…
Niente di personale in questo post. Esattamente come nella trasmissione di Antonello Piroso su “La7”. Anzi no, perchè per una volta si può provare a raccontare un’emozione. San vito di Gaggiano, San Pietro, Cisliano, San Giacomo e poi a casa. In tutto una ventina di chilometri nel Parco Sud alle porte di Milano, quasi tutti sullo sterrato passando tra un paio di cascine, due borghi, un campo di mais mezzo tagliato e un pioppeto fatto a pezzi perchè questa è la fine annunciata per questi alberi che servono a far carta. Per la cronaca pioveva a dirotto e , sempre per la cronaca, c’era un cielo grigio e basso che sembrava ti potesse cadere addosso da un momento all’altro. Ho pedalato in mountain bike e non da solo. Per la prima volta con me c’era mio figlio Pietro che ha dieci anni e mi ha seguito come un’ombra. Nessun obbligo, non gli ho chiesto nulla: mi ha visto uscire, mi ha chiesto se poteva seguirmi e così siamo partiti. Venti allora, non di più, ma tanto è bastato per vedermelo di fianco, davanti, dietro, con il suo casco, la mantellina gialla, la sua mountainbike sporca di fango, lo sguardo concentrato e il viso felice di chi sta facendo una cosa importante. Un’oretta sotto l’acqua. Un’oretta per rendermi conto che sta diventanto grande e che sto (sic!) diventando grande anch’io. C’era un ragazzo che pedalava in mountainbike…ora c’è un bimbo che lo segue.