Roma, maratona record: vince un “giardiniere” keniano
«Una gara di grande qualità internazionale e una festa della città. Non potevamo chiedere di più…». Enrico Castrucci, presidente della Maratona di Roma Acea, alla fine della diciassettesima edizione della 42 chilometri che ha polverizzato tutti i primati non sta più nella pelle e ne ha tutti i motivi. Alla faccia della scaramanzia. Record doveva essere e record è stato per una maratona che ormai fa parte del grande ranking mondiale. Sono stati ben 12.596 gli atleti che hanno tagliato il traguardo dei Fori Imperial. Tantissimi soprattutto considerando che il record precedente, che risaliva all’edizione del 2007 con 11.895 atleti arrivati, è stato superato di 701 maratoneti. E per il nostro Paese si tratta dell’evento sportivo italiano più partecipato di tutti i tempi. Ha vinto il «giardiniere» keniano Dixon Kiptolo Chumba dopo 2 ore, 8 minuti e 45 secondi. Chumba viene soprannominato così dai compagni perchè il suo allenatore Claudio Berardelli scoprì che dopo l’allenamento, per 15 euro al mese, si occupava di curare il giardino di un vicino di casa per arrotondare. E così è nato il suo soprannome che è diventato un po’ anche il suo vezzo soprattutto ora che corre, vince, e di questo vive. Al secondo e al terzo posto due etiopi: Siraj Gena Amda e Shami Abdulahi Dawit. Primo italiano al sedicesimo posto: è Ettore Scardecchia dell’Atletica Colleferro . Per quanto riguarda la maratona femminile, invece, il podio è tutto etiope: al primo posto Tufa Firehiwot Dado (che ha percorso i 42 chilometri e 195 metri in 2 ore, 24 minuti e 13 secondi) al secondo Goitetom Haftu Tesema, al terzo Kebebush Haile Lema. Prima italiana è Rosalba Console del gruppo atletico delle Fiamme gialle, arrivata al quinto posto. Per la categoria handbike il podio ha visto al primo posto Giovanni Achenza, al secondo Mauro Cratassa, al terzo Roland Ruep. Quarto posto per l’ex pilota di Formula 1 Alessandro Zanardi. Utimo dei sedicimila al via è stato il 65enne americano di New York Bart Sobel, che già lo scorso anno era stato la «maglia nera» della gara: 7h05’21. Un affezionato insomma. Da ricordare due episodi: la partenza che è stata data con una bandiera italiana e una giapponese per ricordare il dramma di un popolo che sta lottando con tutte le sue forze e con grande dignità contro la sventura e la corsa della 26enne olandese Monique Van der Vorst, primatista mondiale di maratona in handbike che dopo 13 anni passati su una sedia a rotelle, dopo un incidente stradale e la riabilitazione, è tornata a camminare. Quella di Roma, per lei, è la sua prima maratona senza la handbike e siamo di fronte a un miracolo.