Blitz antidoping, ma perchè solo al Giro?
Ero in pensiero. Dopo quasi due settimane di Giro, dopo chilometri e chilometri, dopo pianure, salite e cronometro. Dopo una tragedia immane, dopo le polemiche su un taglio in volata di Petacchi, dopo qualche fischio a Contador che regala tappe ai suoi connazionali, dopo che una delle discese più audaci della corsa è svanita nel nulla, al Giro non si erano ancora vist i Nas. Non c’era ancora stato nessun Pm che aveva deciso l’azione eclatante, quella che ti permette di finire sui giornali e nei primi titoli dei tg della sera. Ma eccoci qui. I carabinieri di Belluno, approfittando del giorno di riposo, hanno perquisito l’hotel presso cui soggiorna il team RadioShack e tutte le auto al seguito della squadra. Ora, non ho nessuna intenzione di dire che sia un’ingiustizia, una prevaricazione etc etc. Dico solo che allo stato attuale il ciclismo, tra passaporto biologico, controlli incrociati urina sangue, reperibilità dei corridori ed altre diavolerie è , senza paura di smentita, lo sport più controllato che ci sia. Che bisogno c’è allora dei blitz in corsa? Che bisogno c’è di fare tutto questo cinema? Ve la immaginate l’irruzione della polizia londinese nell’albergo del Barcellona alla vigilia della prossima finale di Champions? Vi pare possibile un controllo a sorpresa a Nadal o a Federer alla vigilia della loro ennesima finale di Wimbledon? O Alonso che si ritrova i Nas rientrando con la sua Ferrari ai box? No, non succederà mai. Ma negli altri sport il doping non esiste.