Daniel Fontana e Martina Dogana hanno vinto la prima edizione italiana dell’ Ironman 70.3 che si correva a Pescara, città bellissma. A nuoto, in bici e di corsa nel suo mare un po agitato, sulle strade delle sue colline chiuse al traffico e sulla sua litoranea piena di tifosi. I 1500 partecipanti, tra i quali 32 atleti professionisti, si sono sfidati in una prima frazione di 1.9 km di nuoto per poi coprire 90 chilometri in bicicletta e infine completare la gara con una mezza maratona di 21,1 chilometri su un percorso interamente cittadino. Per la cronaca va detto che i due vincitori sono arrivati al traguardo rispettivamente in 4 ore, un minuto, e 26 secondi e 4 ore, 44 minuti e 59 secondi: due fuoriserie. Ma Pescara è stata soprattutto una festa anche perchè c’era la possibilità di partecipare a squadre e dividersi in tre la fatica. Come hanno fatto Linus, Nicola Savino e Alex Farolfi di Radio Deejay e come avrei dovuto fare anche io con la squadra di Smarathon se non fossi rimasto bloccato al lavoro causa referendum. Ma va così. Resta il rimpianto di non essere riuscito a correre una frazione in bici su un percorso fantastico da Montesilvano a Penne a Ceppagatti che sonosco come le mie tasche perchè per anni sono passato da quelle parti scendendo dal Molise al mare per le vacanze. E resta il rimpianto di non esserci stato per applaudire il mio amico Cristian che invece c’era ecoome ed arrivato alla fine in 5 ore e mezzo faticando in tutte e tre le frazioni. Per finire gli applausi. Di Matteo Cantieri, responsabile marketing della Polar Italia che ha sponsorizzato i  vincitori: “Siamo molto orgogliosi- ha detto-  di essere stati scelti da atleti straordinari come Daniel e Martina e di aver vissuto insieme a loro le grandi emozioni del primo Ironman 70.3 italiano. L’Ironman è già una disciplina molto affermata all’estero mentre in Italia è ancora agli albori e l’impegno di Polar è di contribuire alla diffusione di questo emozionante sport anche nel nostro paese”. Io invece gli applausi li faccio a Daniel Fontana che spesso incrocio il sabato mattina nell’atrio della Dds di Settimo milanese. Lui è lì per allenarsi, io per far la balia ai mie tre bimbi che nuotano già meglio di me.