IronMan di Klagenfurt, quando la Carinzia è terra di fatica
La Carinzia è un posto incantevole. Ma la Carinzia, Klagenfurt per la precisione , è anche il posto dove si svolge uno degli Ironman più importanti al mondo. Più di 2500 atleti al via, campioni e amatori che si misurano sui 3,8 chilometri di nuoto, 180 di bicicletta e su una maratona finale. E allora le cartoline che ci arrivano dalla Carinzia non sono più quelle dei laghetti azzurri e delle verdi valli in fiore ma della fatica, del sudore e dei sorrisi chi arriva al traguardo sfinito ma soddisfatto. Parlo dell’IronMan di Klagenfurt non per raccontare chi ha vinto, i tempi, i record. Ma perchè al via c’era anche Cristian Belpedio che oltre ad essere un mio caro amico, corre con lo stesso spirito con cui lo faccio io e cioè con la maglietta di Smarathon la onlus che da anni raccoglie fondi da destinare alla ricerca per combattere la Sma, l’atrofia muscolare spinale. Cristian ha concluso il suo terzo Ironman ed è arrivato al traguardo 12 ore e sette minuti. Non mi interessa se sia tanto o poco: per me è un record. Anche perchè un paio di anni fa, quando ci aveva prospettato l’idea di cimentarsi su questa specialità, un po’ tutti lo avevamo guardato come fosse un pazzo. E forse un po’ folli bisogna esserlo per svegliarsi alle 4.30 del mattino, mettersi una muta da sub, tuffarsi al freddo in un’acqua a 18 gradi, sgomitare come in una tonnara, pedalare per sei ore e mezzo. E quando sembra tutto finito …ti tocca cominciare una maratona. ” Quando sono sceso dalla bici zoppicavo- racconta Cristian- Avevo un fitta dolorosissima al legamento crociato del ginocchio. Mi si sono avvicinati i medici e prima ancora e prima che mi rivolgessero la parola gli ho risposto che andava tutto bene. Avrei corso anche sui gomiti…”. Dopo il nuoto la bici e poi la corsa. E’ uno dei momenti più difficili. Spiegare alle proprie gambe che non devono più pedalare e che devono mettersi a correre non è semplicissimo. Io l’ho provato su distanze molto più brevi ma la sensazione è quella di correre con una zavorra, come se ti avessero agganciato dietro da trascinare la gomma di un camion. Cristian ha chiuso la sua maratona da super atleta in 4 ore e 12 minuti. Bravissimo. ” Dal 23km al 28km non riuscivo più a tenere gli occhi aperti e ho maledetto il giornoin cui mi ero iscritto a questa gara- ricorda- A un certo punto mi sono fermato e mi sono piegato sulle gambe. Pensavo fosse finita. Poi mi è venuta incontro un bimba con un caschetto biondo che avrà avuto quattro anni e mi ha portato una spugna e un bicchiere d’acqua. Con la manina mi ha dato il cinque. Ed stata la scintilla che mi ha fatto riaartire e mi ha portato al traguardo”. Applausi.