Cinquantenni in bici tutti dopati? Ma per favore…
E ci mancava Beppe Severgnini sul Corriere a buttarci la croce addosso. I ciclisti cinquantenni? Tutti dopati. Tre su 12 controllati all’ultima Maratona delle Dolomiti sono risultati “non negativi” e quindi…Quindi un bel niente. Però a tirar le somme si fa in un attimo. E a leggere il pezzo sul Corrierone il risultato è che siamo tutti esaltati imbottiti di farmaci e di Ventolin. Chi corre in bici, chi si allena cinque volte la settimana , chi suda, chi si appassiona, chi fa dello sport la sua filosofia, chi fa i salti mortali per limarsi un’ora nella pausa pranzo, chi si alza all’alba col gelo per andare a correre una tapasciata…Tutti. Siamo come robot che narrano proprie imprese, schiavi e non signori della nostra passione. ” Certo- scrive Severgnini- la maggioranza crediamo e speriamo non sia disposta ad assumere sostanze proibite per quella che resta una passione…”. Appunto, la maggioranza non è disposta. E allora di che parliamo? Il ciclismo è uno degli sport più praticati a livello amatoriale quindi, per la legge dei grandi numeri qualche imbecille si trova sempre. Ma la maggioranza a cinquant’anni corre e pedala per passione, facendo un sacco di sacrifici e togliendosi un sacco di soddisfazioni senza scorciatoie. Perchè tiene famiglia, perche il giorno dopo una corsa o un allenamento deve tornare al lavoro e perchè fondamentalemente di chiudere una gara 5 o 6 minuti prima non gliene frega assolutamente niente . E’ vero, come scrive il Corriere, che può essere emozionante fare una lunga passeggiata con un libro in tasca o una bella pedalata con una mountainbike elettrica. E chi dice di no? Ma vuoi mettere scalare Pordoi e Mortirolo o tagliare il traguardo di una maratona? Severgnini ci provi e poi magari ce lo racconta.