Dal Triathlon di Londra una lezione di sport e spettacolo ( e cultura)
Oggi pomeriggio Raisport2 ha trasmesso una bellissima sintesi del Triathlon di Londra che si è corso all’inizio di agosto e che fa parte di una serie di gare della Dextro Energy. Un vero e proprio circuito internazionale del Triathlon che coinvolge anche Madrid, Sydney, Amburgo, Losanna, Yokoama e Pechino. Immagini di nuoto, di bracciate, di colpi proibiti alle boe, di zone cambio, di pedalate e alla fine delle facce sofferenti degli atleti che si giocavano la vittoria nell’ultimo tratto di corsa. Uno spettacolo sia dal punto di vista sportivo sia dal punto di vista coreografico con il Tamigi allestito a dovere e con tanto di piattaforma per le partenze del nuoto, la city chiusa al traffico e completamente transennata per lasciare spazio alle bici e ai runner, il pubblico ( tantissimo) a far dar cornicee ad applaudire. Regia impeccabile. Una serie di fantastiche riprese aeree, le telecamere mobili appresso alla corsa e i dettagli degli atleti zommati da cameramen sapienti. Insomma una bella ora di sport per i telespattori della Rai. Cosa c’è che non va? Assolutamente nulla. Resta la rabbia di non poter vedere spettacoli del genere dalle nostre parti anche se l’anno scorso qualcosa a Milano si è mosso. Resta la rabbia perchè si capisce che nelle grandi città italiane gli spazi per manifestazioni cosiddette minori non ci sono e per trovarli si devono conquistare a spallate lottando contro una cultura dello sport che santifica solo le feste pallonare. Al punto che se la partenza del campionato slitta di una settimana per i capricci e l’arroganza di un mondo “fuori dal mondo” giornali e tv la celebrano quasi come un lutto nazionale. Ben ci sta. Ogni Paese ha lo sport, e la cultura dello sport, che si merita.