Cinque deserti in cinque continenti. Cinque gare e una sfida che una donna non aveva mai superato. Katia Figini è arrivata alla fine del suo sogno, del suo progetto che si chiama “Run for women” e che tradotto significa correre per aiutare le donne che nel mondo vivono ancora in condizioni difficili, di subordinazione, di schiavitù. La scintilla era scattata tempo fa durante una corsa in un deserto quando Katia incrociò  gli occhi di una ragazza che le chiedeva aiuto e da allora decise di continuare a correre con l’obbiettivo preciso di portare l’attenzione sulle tante realtà di disagio che riguardano il modo femminile. E sono tante. Dopo le vittorie conseguite all’Etoile d’Atacama (Cile), nell’Oman Race e nella Sahara Race e l’ottavo posto nella North Face 100 (Australia) la Figini  ha concluso l’ultima delle 5 gare della sua avventura. L’ultima delle gare in programma era la Transrockies sulle Rocky Mountains in Colorado,  200 km in sei 6 tappe, da percorrere in coppia, a un’altitudine compresa tra 2400 e 3600 metri. Katia si è classificata seconda segnando un tempo totale di 21 ore e 31 minuti. Nella sua impresa la Figini è stata sostenuta dalla Fondazione Sai  da sempre impegnata nelle iniziative finalizzate a promuovere l’emancipazione femminile nell’ambito dei progetti “Women to be” promossi per dare maggiore visibilità a tutte le iniziative finalizzate alla crescita sociale, economica e culturale della donna che la Fondazione porta avanti da anni. Ed è proprio per questo che la Figini ha srotolato uno striscione con il logo di questa iniziativa  sulla linea del traguardo di tutte le tappe che ha corso, compiendo un gesto simbolico teso a lanciare un messaggio di speranza