La prima volta che metti piede alla «Dds», il centro sportivo di Settimo Milanese fondato nel 1977 da Remo Sacchi, capisci subito che aria tira. Che è un posto dove lo sport si respira senza troppi «capricci» nonostante le mamme che premono per accompagnare i figli di 10 anni negli spogliatoi durante i corsi di nuoto il sabato mattina. Dalla «piscina di Settimo», come ancora oggi rispondono al telefono, sono passati centinaia di campioni: nuotatori, triatleti, canottieri, una nazionale di pallavolo ed altro ancora. E dalla Dds ora parte una nuova sfida verso le prossime olimpiadi di Londra 2012. «United Nations to London» si chiama il progetto. Ma è forse più il sogno di una vita per 15 atleti di nazionalità diverse che marciando, correndo o andando in bici inseguono la qualificazione olimpica. Cinque discipline sportive, 5 allenatori di livello mondiale, 6 nazioni rappresentate e le migliori e più titolate società sportive milanesi e lombarde che trovano nella struttura delle Dds il «contenitore» ideale per far squadra insieme. «Un’iniziativa che fa tornare un po’ allo spirito e alle origini dell Dds- spiega Francesco Confalonieri, tecnico della società di Settimo- É dall’88 che i nostri atleti arrivano puntualmente ad ogni edizione dei Giochi e per una società come la nostra che ha fatto tutto da sola questo è un gran risultato». Fra i 15 atleti c’è anche il campione olimpico di Pechino nella 50 km di marcia Alex Schwazer che , insieme al tecnico dei carabinieri Michele Didoni già oro nella marcia ai Mondiali di Goetborg, ha scelto come nuova base di lavoro proprio il centro sportivo di Settimo Milanese e con lui la speranza azzurra Matteo Giupponi. C’è la forte triathleta azzurra Alice Betto, che al centro Dds è di casa visto che da quest’anno gareggia con la maglia del club di Luca Sacchi, oggi tra i reponsabili della società di Settimo ma bronzo olimpico nel nuoto a Barcellona nel ’92 ed ex primatista mondiale nei 400 misti. E poi sono le nuotatrici Miriam Corsini e Michela Guzzetti che continuano nella tradizione natatoria di questo gruppo che proprio nel nuoto è cresciuto,e ha vinto e continua a vincere. Ma il sogno di Londra corre anche fuori dalla vasca: in pista. Multietnico il gruppo dei mezzofondisti che vengono a lavorare in piscina ed in palestra partendo dal loro luogo abituale di allenamento il campo xxv aprile di Milano. «Con questa avventura che stiamo vivendo alla Dds- racconta Giorgio Rondelli, tecnico e guru dell’atletica italiana- mi sembra di ritornare allo spirito e l’atmosfera della spedizione olimpica dell’84 a Los Anegeles con Cova e Panetta». Tra gli atleti che a Londra potrebbero lasciare un segno importante ci sono Goran Nava, padre brianzolo, che gareggia per il paese d’origine della madre la Serbia; Mor Seck mezzofondista di punta del Senegal; Abdellah Haidane un ragazzo marocchino di grande talento, che attende di diventare italiano a breve termine visto che da 13 anni vive nel nostro Paese. E anche Merihun Crespi, italiano a tutti gli effetti, in realtà è nato a Blaten in Etiopia nel dicembre del 1988. Discorso a parte meritano gli atleti paraolimpici, che come ha spiegato il sindaco di Settimo Milanese Massimo Sacchi, hanno trovato nelle strutture di questo Comune e della Dds l’accoglienza per potersi preparare al meglio. Stelle di prima grandezza, anche sul piano delle notorietà personale sono Annalisa Minetti, cantante e ora atleta di primo piano nel mezzofondo e nel triathlon e Giusy Versace che è considerata una grande speranza dello sport paralimpico azzurro. Insieme a loro ci saranno Mauro Perrone e Marco Dell’Infante e altri atleti extracomunitari come il senegalese Ousmane N’Dong il cubano Mario Perez Saez che per motivi politici non venne ammesso ai giochi di Pechino. «Ci sembra davvero incredibile aver trovato una realtà dove potre lavorare con questa organizzazione- spiega il tecnico della nazionale azzurra paralimpica Marco La Rosa- Qui c’è la sensazione di poter fare sport all’ennesima potenza ed la nostra Federazione sta pensando a Settimo come primo centro Federale paralimpico». Un altro progetto che si aggiunge al sogno che porterà squadra, tecnici e atleti verso Londra. Tutti insieme, in un anno e più di allenamenti, fatica, ripetute e tempi da migliorare e da abbassare. Perchè nulla è gratis, tantomeno un’olimpiade.