A scuola di bicicletta (e di sport) negli oratori
Quando sento parlare di “protocolli d’intesa” mi viene l’orticaria. Ma questa volta no. E speriamo che non mi venga dopo, perchè il tema mi sta particolarmente a cuore. Quello firmato nei giorni scorsi dalla Federazione Ciclistica Italiana e dal Centro Sportivo Italiano è un documento che spero abbia un buon seguito perchè proverà a promuovere l’uso della bicicletta tra i più piccoli. Ed è una bella sfida perchè in Italia siamo un bel po’ indietro rispetto a molti altri Paesi dove lo sport ( non solo la bici) è cultura, partecipazione e non solo tifo calcistico. Il documento è intitolato «Patto associativo per lo sviluppo della disciplina del ciclismo in Oratorio e nelle Parrocchie». E in buona sostanza si tratta di un accordo per promuovere i valori educativi dello sport attraverso lo sviluppo della pratica ciclistica e la realizzazione di iniziative congiunte. E gli oratori sono il posto più adatto. Si è persa un po’ l’abitudine di fare squadra all’oratorio. Io sui campi della parrocchia ho giocato e ci sono cresciuto. Mi hanno insegnato che era bello vincere ma che non era una tragedia perdere. Che in campo non si fanno sceneggiate, che gli avversari non si irridono, che le botte si prendono e si danno. Punto. Avevo un allenatore che metteva fuori squadra chi non si allenava per rispetto di chi non saltava un giro neppure sotto la neve, anche se era più brocco. E avevo un gruppo di compagni di squadra con cui ho vinto parecchio e con i quali acora mi sento. Oggi non va proprio così. L’allenatore è diventato mister, a 7 anni i ragazzi sono già di proprietà delle società che vendono e comparno cartellini, chi è bravo gioca gli altri vanno in panca e dopo i gol ho visto marmocchi di seconda elementare esultare come Toni e compagnia bella. L’educazione? La crescita? La formazione? Optional, non sempre richiesti. Ed è per questo che la notizia che la federazione ciclistica firma un patto per insegnare lo sport della bicicletta negli oratori è una bella notizia. Ci mancano un po’ gli oratori e forse è il caso di ricominciare a frequantarli