La prima volta volta che ho incontrato Alessandro Fabian, carabiniere  e triatleta con il passapaporto per Londra praticamente in tasca, mi avevano colpito due cose: la faccia schietta e le sue belle maniere che non sempre ti aspetti da un ragazzo di 24 anni. Era la vigilia della Maratona di Milano e Fabian, con Daniel Fontana, Alice Betto e Anna Maria Mazzetti, si preparava a correrla con una staffetta “olimpica”  e di solidarietà. Era marzo, in piena bagarre per le qualificazioni della gara di Triathlon olimpico in programma il 7 di agosto a Londra. Era ancora il tempo di far punti per strappare il biglietto per i Giochi. Era ancora il tempo di tenere le dita incrociate. Ora ci siamo. Alessandro Fabian è praticamente qualificato per Londra e quindi quasi tutti i suoi pensieri ormai ruotano intorno a quei cinque cerchi….

Allora ci siamo…ha messo in tasca il biglietto per Londra?
<Praticamente sì ma l’ok definitico deve darmelo la Federazione> 
Quindi?
<Qundi si può dire che sono ufficiosamente qualificato…>
Va bene, perfetto, è un dettaglio formale. Però in buona sostanza lei è già sul Tamigi
<Io continuo a tenere le dita incrociate…>
E continua ad allenarsi ovviamente…
<Si, certo ora arriva la fase più delicata.  Domenica sarò in gara a Madrid nell’ultima tappa del Wts, il World triathlon series, e poi ci sarà una fase di scarico. A giugno comincerà invece un mese di ritiro con la nazionale in altura a Saint Moritz per migliorare la fase aerobica. Con me ci sarà Davide Uccellari della Fiamme azzurre>
Poi finalmente va in vacanza al mare come tutti i ragazzi della sua età. Ombrellone, struscio, pinne e occhiali…
<Eh sì, magari. Diciamo che  vado a Marostica, vicino a casa mia, ma per allenarmi a luglio con il mio staff.  Nuoto, corsa e bici:  in quel periodo lavoreremo soprattutto sui ritmi di gara>
Insomma Londra è un chiodo fisso
<Londra è un grande obiettiuvo, diciamo che è un sogno…>
E nel sogno quali sono gli avversari che non la fanno dormire tranquillo?
<Sicuramente gli inglesi. Gareggiano in casa ma  nel triathlon hanno anche una grande tradizione e sono fortissimi. Tra i favoriti ci metto  due fratelli Brownlee, Alistair e Jonathan. E poi lo spagnolo Javer Gomez che è sempre fortissimo e negli appuntameneti importanti difficilmente sbaglia gara>
Cinquantacinque atleti in gara e lei proverà a giocarsela…
<Vedremo, ma ogni gara fa storia a sè>
E la sua ultima a san Diego, seconda tappa della World series, non è andata benissimo…
<E’ stata una gara strana. Condizionata dalla frazione di nuoto e dalle secche che hanno avvantaggiato un gruppo di atleti che sono risuciti ad approfittare della situazione. La corsa è stata più che soddisfacente per me e in bici ho tenuto. Certo il trentunesimo posto finale non mi soddisfa>
Nuoto, corsa e bici: dove si sente più tranquillo?
<Il nuoto è la disciplina che mi è più congeniale perchè gareggio da piccolo e mi è sempre venuto facile. Su corsa e bici ho dovuto lavorare di più  negli anni anche perchè molti, sbagliando, pensano che nel triathlon la frazione in bicicletta sia di transizione. E non è affatto così. Dove mi sento più al sicuro è difficile dirlo. Dipende dai periodi e dipende dalle giornate>
E domenica a Madrid che giornata sarà?
<Non lo so, spero buona. Però questo è un momento in cui le sensazioni che ho sulla corsa sono soddisfacenti. E va bene così…>

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