Finite le olimpiadi non ci resta che Beatiful o il calcio d’agosto
The end. Dopo tre settimane di ubriacatura olimpica stamattina in tv scorrevano le immagini degli atleti in partenza da Heathrow o le repliche di qualche finale. Che tristezza. E adesso che si fa? Non ci sono più le batterie dei 400, non c’è più il volley, la pallanuoto non c’è più nenache il tiro con l’arco, la carabina o il magico kayak di Daniele Molmenti. E’ finita davvero. E per i malati di sport è una vera e propria crisi di astinenza. Ci mancherà la finale della gara del triathlon quando l’inglese e lo spagnolo stremati finiscono a terra dopo il traguardo e si danno la mano. Ci mancheranno le lacrime di Tania Cagnotto per l’ennesima medaglia sfumata e quel tenerissimo abbraccio con il suo allenatore, che poi è suo papà Giorgio ultima medaglia di bronzo italiana nei tuffi olimpici. Ci mancherà l’orgoglio degli azzurri del volley di Mauro Berruto che rialzano la testa dopo la solita batosta contro il Brasile e ci regalano il bronzo della volontà portando sul podio la maglietta di Vigor Bovolenta. Ci mancherà la faccia simpatica di un ragazzo di Pordenone che con la canoa sembra Alberto Tomba. Anzi, molto meglio di Tomba. Ci mancherà l’arrivo senza sella di Marco Aurelio Fontana che comunque è bronzo nella mountainbike. E ci mancherà la voce magica di Franco Bragagna che ha commentato la gare d’atletica e sotto il ponte dei Frati di Londra ha fatto morire Licio Gelli anzichè Roberto Calvi. Da oggi è dura. Da oggi con il telecomando si naviga a vista in una mare di malinconia. Non ci resta che Beatiful, tra l’altro senza Ronn Moss che ha annunciato il suo addio. Oppure il calcio d’agosto. Il solito inutile calcio d’agosto. Quello della premiata ditta De Laurentis-Mazzarri che a Pechino, nella supercoppa italiana, mette in piedi una sceneggiata che nenache Mario Merola. Quello delle indagini sulle scommesse. Quello che quando si perde è tutta colpa dell’arbitro…