Mi ha colpito nei giorni scorsi la notizia che uno sponsor abbia intenzione di chiedere i danni all’Uci , lUnione ciclistica internazionale, perche’ i recenti scandali che hanno devastato il ciclismo dal doping di Armstrong alla combine di Vinokourov avrebbero nociuto all’immagine dell’azienda. E la colpa dell’Uci sarebbe quella di non essersi accorta di nulla o di aver fatto finta di non accorgersene. Non c’è pace per l’Uci, ma sarebbe meglio dire non c’è più pace per il ciclismo. L’Unione ciclistica
internazionale, pochi giorni dopo aver chiuso il capitolo Armstrong, è cosi’ costretta a fare i conti con un’altra spinosa questione. E per fare chiarezza sull’accaduto, i due protagonisti della presunta combine sono stati convocati dai giudici federali ad Aigle. Alcuni documenti inviati all’Uci dalla Procura di Neuchatel accerterebbero strani movimenti bancari sui conti di Vinokourov e Kolobnev: il kazako, oro agli ultimi Giochi di Londra, avrebbe staccato due assegni da 50mila e uno da 100mila euro, che sarebbero finiti nelle tasche del russo. Del caso Armstrong’ invece ormai si sa praticamente tutto anche se molto altro ancora verra’ fuori. Ciò che sorprende e’ che l’Uci su tutte queste questioni arrivi sempre fuori tempo massimo. Non so quale sia la china che stia prendendo il ciclismo certo e’ che la botta alla sua credibilità e’ stata tremenda. Ed e’ per questo che uno sponsor australiano ora chiede 1,25 milioni di dollari di risarcimento alla federazione ciclistica internazionale. La società australiana Skins, produttrice di abbigliamento sportivo ce l’ha con Pat McQuaid, presidente, e col suo predecessore Hein Verbruggen. «Gli eventi degli ultimi mesi hanno chiarito che il mondo del ciclismo non è stato lo sport a cui pensavano appassionati e sponsor», dice Jaimie Fuller, presidente della Skins, come si legge sul sito della Bbc. Lance Armstrong, come è noto, è stato radiato perchè ritenuto il cardine di un sistema di doping attivo tra il 1998 e il 2005. E ora Vinokourov e le mazzette per vincere . Dov’era l’Uci si chiedono in manager australiani? «McQuaid e Verbruggen non hanno visto che c’era un problema fino a quando non li hanno coinvolti- accusa la Skins – Per noi l’Uci, McQuaid e Verbruggen hanno responsabilità nei nostri confronti, nei confronti dello sport e di chi ama il ciclismo». Non so se gli australiani troveranno mai un giudice che dara’ loro soddisfazione. Certo non e’ un bel segnale. Fino a qualche anno fa gli sponsor facevano la fila per entrare in corsa. Ora c’e’ il fuggi-fuggi. E non e’ colpa solo della crisi…