La corsa, la lavagna e il cancellino…
Ora non si usa più o molto meno, ma una volta a scuola la lavagna si girava, una parte era liscia una a quadretti e in basso a destra c’era una vaschetta per gessi e cancellino. La maestra scriveva, poi cancellava e si cominciava da capo. Quando poi era troppo sporca arrivava la bidella con la spugna. La corsa è un po’ così. Cosa si pensa quando si corre ? All’inizio nella mente ti passano un sacco di pensieri. Fotogrammi veloci di cose da fare, preoccupazioni, programmi, piccoli bilanci quotidiani. Si rincorrono, si intrecciano ma durano lo spazio di un amen. Dopo pochi minuti svaniscono. Lasciano posto al nulla, a una magnifica sensazione di vuoto che ovunque uno si trovi, in campagna, in un parco, in una strada o su uno sterrato innevato come questa mattina ti traporta in una magnifica sensazione di sospensione. E più si va avanti più la tua testa si libera dalle tossine e si concentra sui rumori della tua fatica. Ed è per questo che mi tornano in mente la scuola, la maestra, il gesso e la lavagna. Ogni tanto c’è proprio il bisogno di cancellare…