Siamo tutti Cancellara…
Albairate, Gaggiano, Cusago, Battuello, Pontevecchio, Boffalora e ritorno ad Albairate. Una sessantina di chilometri scarsi ma perfetti per sciogliere un po’ le gambe dopo una maratona e due giorni di corsette. In bici ovviamente. Però la bici da corsa è insidiosa anche se si parte con tutta la buona intenzione di pedalare agile e andar piano. Perchè i ciclisti sono un popolo di paranoici. E basta un niente a far scattare la scintilla. Così capita che pochi chilometri prima del Ticino vedi con la coda dell’occhio un paio di “colleghi” che ti stanno dietro: loro accelerano per venirti a prendere e tu acceleri per non farti raggiungere. Chissà perchè poi. Però va così e andrà sempre così: vai a capire cosa c’è nella testa di chi corre in bici. Tutti dottor Jeckylle Mister Hide: ho visto distinti avvocati trasformarsi in iene, miti persone diventare belve cattive, gente che non farebbe male a una mosca dare pugni e gomitate. E infatti dopo neppure duecento metri sono lì, incollati alla mia ruota: muti, concentrati, pronti a dar battaglia. Loro aumentano e io non mollo: ora si va davvero forte. Fino al ponte che nel centro di Boffalora scavalla il naviglio. Qui comincia un tratto di pavè abbastanza sconnesso che con una salitina di 500 metri in mezzo al paese più o meno porta fino al cimitero. E qui inizia la nostra personalissima Roubaix, il nostro Giro delle Fiandre. E’il nostro Patenberg. Basta un gesto della mano destra sulle leva del freno a far scendere il rapporto di due denti e chissenefrega se ho le gambe doloranti perche’ solo due giorni fa alla stessa ora stavano facendo i conti con una maratona. Via a tutta, senza voltarsi ma tenendo d’occhio le ombre sull’asfalto di quei due. Che mi seguono, si allungano, si scompongono e finalmente si staccano. Gli ultimi chilometri sono la mia fuga solitaria verso Il traguardo di Oudenaarde, verso il velodromo di Roubaix. Mi attende l’ultimo giro e il boato della folla. Non c’è una spiegazione logica a tutto ciò. Anzi forse sì. La bici è una malattia che parte dal cuore, ti prende la testa e ti fa brillare gli occhi come ad un bambino. Siamo tutti un po’ fissati. Siamo tutti Cancellara…