Il vento che ti porta da Valencia ad Alicante…
Mare, sole, cerveza , tapas e paella. E’ la Spagna da godere quella della costa valenciana che dolcemente ti porta fino ad Alicante. C’è una cosa però che non ti dicono quando vieni da queste parti a pedalare. Che c’è un vento che neanche sul mare del Nord. Un vento fantastico, teso e fresco che ti impedisce d sudare ma che come sempre, come sanno bene tutti i ciclisti, ti soffia insistentemente sulla faccia. Non c’è modo di scappare. Quando tira vento e si esce in bici le leggi della fisica non contano: da qualunque parte ti giri ce l’hai sempre contro. E la regola vale anche sulle strade che costeggiano il Mediterraneo in questo pezzo di Spagna. Così da Cullera a Sueca da Pinedo a El Palmar, dalla playa del Gandia a Denia è tutto un susseguirdi di raffiche che piegano le cime delle palme e sul lungomare ti schizzano la sabbia negli occhi. La tregua arriva solo nel parco naturale di Albufera, una magia di silenzio in una palude salata che però è tutto fuorche uno stagno. Un’oasi naturalistica per una serie inifnita di pesci ed uccelli ma anche per chi, dopo aver pedalato per una mattinata, trova il modo di tirare il fiato ascoltando solo il rumore della natura. Ma dura un’ora, il tempo di un giro in barca e di un caffè. Poi torna il vento che dopo la pausa sembra ancora più maestos. Uno spettacolo impagabile per chi è abittuato alle bonacce e all’afa della pianura padana, una piccola tortura anche per le gambe più allenate perche sembra davvero di pedalare sulle pendenza del Tourmalet. Lungomare su lungomare , qualche drittone sulle provinciali e un dentro e fuori meraviglioso tra le campagne dell’entroterra con alberi carichi di arance e pompelmi, ulivi e piantagioni di cipolle. Il vento anestetizza il sole, così non ti accorgi che la tua faccia e le tue braccia stanno rosolando a fuoco lento, e amplifica i profumi di una terra aspra che però sa essere accogliente. Gente allegra gli spagnoli. Cordiali, pronti a farsi capire e a cercare di capirti. L’inglese qui non serve perchè tra un “hola” e un “vale” i discorsi trovano smpre un loro senso compiuto. Insomma ci si intende. Anche controvento…