L’Eremo di San Guglielmo e la strada che non c’è …
L’ultima pedalata in terra di Maremma val bene uno sterrato. E la sabbia svanisce da sotto le ruote dove cominciano a crocchiare i brecciolini. Lasciata la pineta che da Marina di Grosseto porta a Castiglione della Pescaia si comincia dolcemente a salire verso le colline. Niente strappi si pedala con un po’ di fatica ma la salita, non fosse per il caldo, non è di quelle che tagliano le gambe. La meta e’ l’Eremo di San Guglielmo che dev’essere tappa quasi obbligata per tutti gli appassionati di mtb visto che quasi tutti sanno dov’è . Si costeggia l’acquedotto e dove l’asfalto finisce si incontra un cartello che spiega che da li’ in avanti la strada e’ poco piu’ di un sentiero da trail in alcuni tratti difficile per chi vuole salire in mountainbike. Non una grande distanza, poco più di 4 chilometri ma di quelli che non si dimenticano. E la mappa non mente. Dopo quell’indicazione e dopo un capanno dei cacciatori di cinghiali infatti la via si fa stretta e tosta. Un piccolo inferno senza piu’ nessun genere di cartello o segnale che ti rassicuri che stai andando nella giusta direzione. Rovi, sassi, legname da scavalcare e strappi dove spesso si mettono i piedi a terra. Pero’ pian piano si va su’. Sbagliando un paio di volte strada, ritornando indietro e ricominciando a cercare un passaggio. Fino ad arrivare all’Eremo. La chiesa, inaccessibile senza gli adeguati permessi, è risalente alla prima metà del XIII° secolo ed è costruita in chiaro stile romanico. Ma resta cio’ che resta perche’ l’eremo di san Guglielmo di Malavalle non se la passa benissimo. E fa un certo effetto arrivare fin qui in bici e ritrovarsi da soli in mezzo alla macchia mediterranea tra le rovine di convento di eremiti. E sarà il temporale in arrivo che ha completamente oscurato il sole, sarà che non c’è anima viva in giro mette anche un po’ di ansia. Però il posto e’ magico. Il tempo di un paio di foto e dietrofront anche perché comincia a piovere. Proseguendo si potrebbe raggiungere Tirli ma pare più saggio girare le ruote della mtb e tornare verso Castiglione della Pescaia. Così la discesa sembra quasi una fuga dai tuoni e dai lampi che ti stanno inseguendo. E Il ritorno nel caos cittadino di Castiglione della Pescaia quasi una liberazione.